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Federico Motta Editore: il TAR Lazio annulla gran parte del provvedimento Antitrust. Non furono pratiche scorrette, ma mancato controllo sui collaboratori

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Il TAR del Lazio ha annullato, con sentenza definitiva, buona parte della sanzione emessa dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) nei confronti di Federico Motta Editore. Della vicenda avevamo dato notizia in passato e per dovere di cronaca la aggiorniamo ora. L’azienda ha registrato perdite nel 2012 pari a circa un milione di euro, dovute in gran parte, come Motta stessa segnala, a questa vicenda di giustizia amministrativa.

Federico Motta Editore VS Antitrust: il TAR del Lazio sospende parte delle sanzioni contro l’azienda

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Il contenzioso lungo ormai mesi tra la casa editrice Federico Motta Editore e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM o come è comunemente chiamata, Antitrust) si arricchisce del’intervento del TAR Lazio, che in un pronunciamento del 27 novembre scorso ha sospeso parte della sanzione amministrativa inflitta dall’AGCM.

Feltrinelli, procedimento dell’Antitrust sulle vendite online di eBook, musica, giochi e video, per clausole “presuntamente vessatorie”

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L’Antitrust indaga sul sito LaFeltrinelli.it del gruppo Feltrinelli, per la presenza di presunte “clausole vessatorie” nel contratto di vendita online di eBook, giochi, musica e video. Clausole che potrebbero, secondo l’Antitrust, determinare un “un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto”. Presuntamente vessatorie sono anche le clausole che “hanno per oggetto o per effetto di escludere o limitare le azioni o i diritti del consumatore nei confronti del professionista o di un’altra parte in caso di inadempimento totale o parziale o di inadempimento inesatto da parte del professionista”.

Cartello eBook in Europa: Reuters, in arrivo il sì definitivo della Commissione Europea ad Apple e agli editori sotto accusa

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L’agenzia di stampa Reuters ha pubblicato una serie di indiscrezioni riferibili a fonti anonime secondo le quali la Commissione Europea sarebbe in procinto di pronunciarsi a favore dell’accordo proposto da Apple e i quattro editori accusati di aver costituito un illecito cartello con il gigante di Cupertino al fine di mantenere alto il prezzo degli eBook. La Commissione Europea aveva pubblicato un “invito a presentare osservazioni” lo scorso settembre in merito ai termini dell’accordo, ma manca tuttora un pronunciamento definitivo che secondo le fonti anonime Reuters dovrebbe arrivare a fine mese. La proposta avanzata dagli editori (Apple, Simon & Schuster, Hachette Livre SA, HarperCollins e MacMillan), ricordiamo, è quella di offrire per i prossimi due anni i propri ebook a prezzi scontati su varie librerie online. Il Penguin Group non ha invece preso parte alla proposta di accordo.  Le fonti Reuters affermano che la Commissione accetterà le proposte pronunciandosi a fine mese. Il portavoce ufficiale della Commissione ha tuttavia rifiutato di commentare. Molti commentatori riportano da tempo questo accordo come un’annunciata vittoria di Amazon, il cui modello di business a forti sconti sul prezzo eBook potrebbe sicuramente ricavare vantaggio dall’interruzione di comportamenti commerciali come quelli intrapresi per anni da Apple e dagli editori ad essa legati. 

Librerie indipendenti, Alberto Galla (presidente ALI) risponde ad Aldo Cazzullo: “La Legge Levi è stata l’unica garanzia di sopravvivenza per le librerie indipendenti in Italia”

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Il 25 ottobre scorso il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo ha pubblicato un articolo in difesa delle librerie indipendenti: “Senza le piccole librerie storiche le città italiane perdono l’identità“, a partire dalla notizia della chiusura di numerose librerie indipendenti in Italia. L’articolo ha ottenuto l’iniziale elogio di numerosi librai in Italia, tuttavia non è piaciuto ad Alberto Galla, Presidente dell’Associazione Librai Italiani (nella foto), in particolare nel passaggio in cui Cazzullo critica la legge Levi sul prezzo del libro (recentemente contestata anche dall’Antitrust italiana): “La legge pensata per bloccare gli eccessi di ribasso, vale a dire gli sconti, alla fine si è rivelata controproducente. Perché, se girano meno soldi, e se la promozione diventa più difficile, si vendono meno libri“.

In merito in particolare a questo passaggio di Cazzullo, Galla ha indirizzato una lettera di precisazione al Corriere (a tutt’oggi non pubblicata). L’abbiamo ricevuta e la pubblichiamo integralmente di seguito. I grassetti sono nostri.

Egregio Direttore,

nella mia qualità di presidente dell’Associazione Librai Italiani (ALI), che raggruppa la stragrande maggioranza delle librerie indipendenti, desidero fare alcune puntualizzazioni in merito all’articolo di Aldo Cazzullo apparso oggi, giovedì, nella pagina Idee&Opinioni del giornale da lei diretto.

Se infatti non si può negare che sia in atto una grave crisi delle librerie indipendenti di tradizione, che non è solo imputabile alla crisi economica, ma che investe tutto il “sistema libro”, credo invece che debba essere ribadito con forza che l’entrata in vigore poco più di un anno fa della legge  n.128, detta anche Legge Levi, quella che regolamenta gli sconti sul prezzo dei libri, non solo non è stata dannosa, ma anzi ha sicuramente garantito a molte librerie indipendenti la sopravvivenza, ponendo freno ad una deregulation che rischiava, questa sì, di condannarle a morte certa e veloce. Piuttosto dobbiamo denunciare che la legge troppo spesso è stata interpretata in maniera elastica e disinvolta, ai limiti del lecito, e su questo la nostra Associazione si è mobilitata e si sta organizzando per tutelare le librerie e garantire il rispetto della legge stessa.

Quanto al tema della formazione (Cazzullo ha detto “occorre anche formare meglio i librai”, ndr), che ritengo effettivamente centrale per attrezzare le librerie alle sfide presenti e future, vorrei rassicurare Cazzullo, ricordandogli che in Italia esitono due realtà di eccellenza nell’ambito della formazione libraria: una è la benemerita Scuola Umberto ed Elisabetta Mauri  che a gennaio dell’anno prossimo celebrerà alla Fondazione Cini di Venezia il suo 30* anno, l’altra è la SLI (scuola librai italiani) di Orvieto , un master post universitario e post diploma che sta concludendo il suo 6*corso, fortemente voluta e gestita  proprio dalla nostra Associazione e sostenuta da tutto il sistema editoriale, oltre che dal Cepell (Centro per il libro e la lettura).

Credo infine che per garantire un futuro alle librerie in generale si debba parlare con sempre più forza di Promozione del libro e della lettura, non nel senso di “offerte promozionali” , ma in quello più pregnante  di ampliamento del numero dei lettori, e questo è possibile soltanto attraverso accorte politiche pubbliche che possono sicuramente  trovare nelle librerie del territorio, come del resto nelle biblioteche, una sponda importante. 

Per concludere una annotazione di cronaca: la storica libreria di Verona che ha chiuso nella centrale via Mazzini non ha riaperto in periferia, ma a cinquanta metri da dove si trovava prima. Anche questo è un (piccolo) segnale che i librai hanno ancora voglia di lottare per i libri.

Grazie dell’attenzione.

Alberto Galla

 

Alberto Galla (Associazione Librai Italiani): “Sconcertato dalle dichiarazioni dell’Antitrust; difenderemo la legge Levi con le unghie e con i denti”

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“La mia reazione non può che essere di sconcerto di fronte al parere dell’Antitrust”, così Alberto Galla, presidente dell’Associazione Librai Italiani, ha commentato a Bibliocartina la notizia, data dalla nostra agenzia in anteprima questa mattina, del pronunciamento netto da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro la legge Levi sul prezzo fisso del libro, in quanto la legge imporrebbe, secondo l’AGCM, “limiti alla libertà di concorrenza”.

Legge Levi sul prezzo dei libri, l’Antitrust italiana ne dispone l’abrogazione. “Limita la libertà di concorrenza e produce un aumento dei prezzi dei libri”.

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L’Antitrust si pronuncia sul tetto del 15% agli sconti sui libri e ne intima l’abrogazione. A una settimana circa da un convegno in Parlamento sul prezzo del libro (al quale Bibliocartina, pur invitata, ha preferito non partecipare spiegandone qui le ragioni), sembra che l’ultima parola su questa controversa legge la darà infine l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, comunemente detta Antitrust, che ha inviato ieri al governo una dettagliata relazione sulle procedure e politiche da adottare per salvaguardare la concorrenza e il libero mercato sul territorio italiano. Una pagina è dedicata al mercato librario, sul quale l’Autorità “ritiene che la previsione di tetti massimi agli sconti sul prezzo dei libri possa limitare la libertà di concorrenza dei rivenditori finali, senza produrre sostanziali benefici per i consumatori in termini di servizi offerti o di ampliamento del numero di libri immessi sul mercato”.

Secondo l’Antitrust l’unico effetto della legge Levi è dunque quello di produrre “un aumento dei prezzi dei prodotti editoriali che, in un contesto di grave crisi economica quale quello attuale, non può che comportare una riduzione delle quantità vendute, almeno per quella consistente fascia di lettori i cui acquisti sono influenzati dal prezzo. Tale sistema può inoltre consolidare l’esistenza di strutture distributive inefficienti”, continua l’Autorità, senza tuttavia addentrarsi in spiegazioni in merito a tale inefficienza di strutture distributive. 

Nella nota si fa riferimento anche all’esperienza di “altri Paesi europei (quali Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Belgio, Finlandia, Svezia ed altri)” che “non consente di concludere che l’assenza di una disciplina di contenimento degli sconti comprometta la sopravvivenza di editori minori e di piccole librerie. 

L’Autorità auspica dunque l’abrogazione della norma, poiché “le disposizioni che prevedono tetti agli sconti massimi applicabili al prezzo dei libri nella vendita ai consumatori finali, anche on-line, non sono né necessarie a salvaguardare le finalità di tutela del pluralismo e dell’informazione, né tali da produrre benefici per i consumatori, risultando unicamente di ostacolo all’introduzione di servizi innovativi che il mercato dovrebbe essere lasciato libero di promuovere”.

L’Antitrust rileva infine, che la norma avrebbe già dovuto essere abrogata “in termini generali”, “ai sensi dell’articolo 3, comma 9, lett. h) del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138”. Che cosa dice il paragrafo in questione? L’articolo 3 della legge sulle “Misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo” (il cosiddetto “Decreto Salvaitalia”) interviene in materia di “abrogazione delle indebite restrizioni all’accesso e all’esercizio delle professioni e delle attività economiche. E definisce, fra le tante formule, come “restrizione”, anche “l’imposizione di prezzi minimi o commissioni per la fornitura di beni o servizi, indipendentemente dalla determinazione, diretta o indiretta, mediante l’applicazione di un coefficiente di profitto o di altro calcolo su base percentuale“.

Cartello eBook in Europa: la Commissione Europea invita Apple e gli editori “a presentare osservazioni”

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Oggi è giunta la pubblicazione dei pareri ufficiali della Commissione Europea relativi all’accordo con i 4 editori rei di cartello anticoncorrenza, con Apple, sul prezzo degli ebook negli store europei. Non si tratta ancora di un accoglimento formale della proposta di accordo, ma di un invito a presentare osservazioni. I termini dell’accordo erano in realtà già noti da tempo, Bibliocartina ne aveva dato notizia il 31 agosto scorso. Ecco a questa pagina l’invito della Commissione Europea. In sostanza, la Commissione Europea ha accolto l’offerta avanzata il mese scorso dalla stessa Apple e da quattro dei cinque editori sotto indagine (Hachette Livre SA, HarperCollinsMacmillanSimon&Schuster, mentre l’editore fuori dall’accordo è Penguin), di offrire per i prossimi due anni i propri ebook a prezzi scontati su varie librerie online. Si legge nel parere della commissione: “Per un periodo di due anni i quattro gruppi editoriali si impegnano a non restringere, limitare o impedire ai rivenditori di libri elettronici di stabilire, modificare o ridurre il prezzo al dettaglio dei libri elettronici e/o di offrire sconti e promozioni. Per quanto riguarda i contratti d’agenzia, il valore complessivo degli sconti o delle promozioni offerte da un rivenditore non deve comunque superare l’ammontare complessivo equivalente alle commissioni totali che l’editore versa a quel rivenditore per la vendita al pubblico di libri elettronici in un periodo di 12 mesi.” Apple e gli editori evitano in questo modo di pagare un risarcimento ai consumatori, come avverrà invece negli Stati Uniti per quegli editori che sono giunti a un accordo con il Dipartimento di Giustizia americano.

USA: cartello ebook, il giudice approva l’accordo con gli editori ma scatena polemiche. “L’accordo favorisce Amazon”, proprio all’indomani della presentazione del Kindle Fire.

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L’accordo di rimborso ai consumatori per un valore di 69 milioni di dollari, sottoscritto dagli editori Hachette Book Group, HarperCollins e Simon & Schuster negli Stati Uniti in merito all’indagine antitrust del Dipartimento di Giustizia USA sui prezzi degli ebook  è stato approvato ieri da un giudice federale. L’indagine, com’è noto, verteva su una violazione delle leggi sulla concorrenza da parte di Apple e cinque gruppi editoriali operativi in USA (un’indagine simile. per lo stesso tipo di accordo commerciale ritenuto illecito, è tuttora in corso anche in Europa). Come riportano i principali quotidiani americani la decisione di Denise Cote, giudice del tribunale distrettuale di Manhattan, stabilisce che i tre editori  mettano fine a qualunque accordo commerciale in essere con Apple sul prezzo degli ebook, e a qualsiasi accordo con i rivenditori di ebook che limiti la possibilità del rivenditore di applicare sconti sul prezzo del libro, e che debbano inoltre porre fine a clausole di favore in base alle quali si stabilisce che ad altri rivenditori non sarà consentito vendere gli stessi ebook a un prezzo inferiore. Tali decisioni saranno valide per un periodo di due anni.

La decisione del giudice ha scatenato i malumori non soltanto di Apple, che sperava in una risoluzione più lenta della controversia – Apple e gli altri due editori accusati di cartello, Penguin Group e MacMillan, non hanno sottoscritto accordi e si confronteranno dunque in processo con il Dipartimento di Giustizia americano; la data è il 3 giugno prossimo, dunque fino a quel giorno l’accordo commerciale con Penguin e MacMillan rimarrà in essere – ma anche i principali rappresentanti delle librerie indipendenti americane. Il marchio Barnes & Noble e l’American Booksellers Association hanno immediatamente presentato una protesta contro la decisione, vedono infatti, nel divieto assoluto fatto agli editori di fissare anche in parte il prezzo del libro, un enorme favore al colosso delle vendite di ebook online Amazon, una realtà commerciale tanto enorme da poter praticare sconti sul libro impensabili per la concorrenza. Molti commentatori hanno fra l’altro visto una curiosa coincidenza fra la decisione del giudice e il lancio, giovedì scorso, dei nuovi tablet di Amazon Kindle Fire, considerati da molti una seria minaccia all’egemonia dell’iPad sul mercato delle tavolette elettroniche.

Negli Stati Uniti le librerie indipendenti possiedono una fetta di mercato degli ebook non esigua, visto che Barnes&Noble detiene circa il 25% del mercato e l’American Booksellers Association ha da poco firmato un vantaggioso accordo con Kobo per la vendita di ebook. Gli sconti sono tuttavia una pratica commerciale che solo un megastore online generalista come Amazon può permettersi, essendo un colosso unico che non ha bisogno di curare la salute di ogni singolo venditore o socio indipendente, e può permettersi di applicare pesanti sconti su un prodotto come leva di marketing per promuovere l’acquisto di un altro. E molti ritengono che proprio questo avverrà a breve, con il Kindle Fire.

Antitrust: Federico Motta Editore multato per 140mila euro

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[Aggiornamento: Accogliendo il ricorso presentato dalla casa editrice, nel 2013 il TAR del Lazio ha riconosciuto la piena correttezza e trasparenza dell’operato di Federico Motta Editore nel promuovere presso le famiglie i propri prodotti così come nel rispettare il libero esercizio del diritto di recesso da parte dei propri clienti (sentenza depositata il 15/10/2013). Il TAR ha invece confermato la responsabilità nel non avere adeguatamente controllato e, dove necessario, tempestivamente sanzionato i comportamenti di determinati componenti della rete commerciale. Ha ridotto perciò alla metà la corrispondente sanzione, in considerazione dell’esiguità del fenomeno rispetto al complesso dell’attività aziendale e viste le misure correttive adottate dall’azienda.]

Di seguito si riporta la vicenda del 2012:

Due multe per un totale di 140mila euro in sanzioni per Federico Motta Editore, condannato al pagamento di una penale per ‘pratiche commerciali scorrette’ dall’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato.

Ebook: antitrust, Apple e gli editori cercano strade per evitare le multe in Europa

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 A quanto riferisce l’agenzia stampa Reuters, “Apple ed editori fanno concessioni (corsivo Bibliocartina) all’antitrust su ebook”; dopo la notizia di stamattina sul risarcimento ai lettori americani anche in Europa potrebbe presto trovare una risoluzione l’indagine dell’antitrust contro Apple e quattro grossi gruppi editoriali – Simon&Schuster, HarperCollins, Hachette Livre del gruppo francese Lagardere e Verlagsgruppe Georg Von Holtbrinck, che detiene Macmillan – accusati di aver violato le regole della concorrenza nella vendita degli ebook. La proposta di accordo non interessa, a quanto pare, il gruppo Penguin, quinta azienda sotto indagine da parte dell’antitrust.

L’offerta avanzata da Apple e dai quattro editori alla Commissione Europea sarebbe, secondo la fonte Reuters, quella di offrire per i prossimi due anni i propri ebook a prezzi scontati su varie librerie online (l’articolo cita ‘Amazon e altre’ non meglio specificate) ed evitare così di incappare in salate multe o risarcimenti come appunto quelli comminati agli editori che negli USA hanno patteggiato. La Commissione Europea non si è tuttavia ancora espressa in merito a questa proposta.