Librerie indipendenti, Alberto Galla (presidente ALI) risponde ad Aldo Cazzullo: “La Legge Levi è stata l’unica garanzia di sopravvivenza per le librerie indipendenti in Italia”

Scritto da Redazione on . Postato in Librerie, News

Il 25 ottobre scorso il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo ha pubblicato un articolo in difesa delle librerie indipendenti: “Senza le piccole librerie storiche le città italiane perdono l’identità“, a partire dalla notizia della chiusura di numerose librerie indipendenti in Italia. L’articolo ha ottenuto l’iniziale elogio di numerosi librai in Italia, tuttavia non è piaciuto ad Alberto Galla, Presidente dell’Associazione Librai Italiani (nella foto), in particolare nel passaggio in cui Cazzullo critica la legge Levi sul prezzo del libro (recentemente contestata anche dall’Antitrust italiana): “La legge pensata per bloccare gli eccessi di ribasso, vale a dire gli sconti, alla fine si è rivelata controproducente. Perché, se girano meno soldi, e se la promozione diventa più difficile, si vendono meno libri“.

In merito in particolare a questo passaggio di Cazzullo, Galla ha indirizzato una lettera di precisazione al Corriere (a tutt’oggi non pubblicata). L’abbiamo ricevuta e la pubblichiamo integralmente di seguito. I grassetti sono nostri.

Egregio Direttore,

nella mia qualità di presidente dell’Associazione Librai Italiani (ALI), che raggruppa la stragrande maggioranza delle librerie indipendenti, desidero fare alcune puntualizzazioni in merito all’articolo di Aldo Cazzullo apparso oggi, giovedì, nella pagina Idee&Opinioni del giornale da lei diretto.

Se infatti non si può negare che sia in atto una grave crisi delle librerie indipendenti di tradizione, che non è solo imputabile alla crisi economica, ma che investe tutto il “sistema libro”, credo invece che debba essere ribadito con forza che l’entrata in vigore poco più di un anno fa della legge  n.128, detta anche Legge Levi, quella che regolamenta gli sconti sul prezzo dei libri, non solo non è stata dannosa, ma anzi ha sicuramente garantito a molte librerie indipendenti la sopravvivenza, ponendo freno ad una deregulation che rischiava, questa sì, di condannarle a morte certa e veloce. Piuttosto dobbiamo denunciare che la legge troppo spesso è stata interpretata in maniera elastica e disinvolta, ai limiti del lecito, e su questo la nostra Associazione si è mobilitata e si sta organizzando per tutelare le librerie e garantire il rispetto della legge stessa.

Quanto al tema della formazione (Cazzullo ha detto “occorre anche formare meglio i librai”, ndr), che ritengo effettivamente centrale per attrezzare le librerie alle sfide presenti e future, vorrei rassicurare Cazzullo, ricordandogli che in Italia esitono due realtà di eccellenza nell’ambito della formazione libraria: una è la benemerita Scuola Umberto ed Elisabetta Mauri  che a gennaio dell’anno prossimo celebrerà alla Fondazione Cini di Venezia il suo 30* anno, l’altra è la SLI (scuola librai italiani) di Orvieto , un master post universitario e post diploma che sta concludendo il suo 6*corso, fortemente voluta e gestita  proprio dalla nostra Associazione e sostenuta da tutto il sistema editoriale, oltre che dal Cepell (Centro per il libro e la lettura).

Credo infine che per garantire un futuro alle librerie in generale si debba parlare con sempre più forza di Promozione del libro e della lettura, non nel senso di “offerte promozionali” , ma in quello più pregnante  di ampliamento del numero dei lettori, e questo è possibile soltanto attraverso accorte politiche pubbliche che possono sicuramente  trovare nelle librerie del territorio, come del resto nelle biblioteche, una sponda importante. 

Per concludere una annotazione di cronaca: la storica libreria di Verona che ha chiuso nella centrale via Mazzini non ha riaperto in periferia, ma a cinquanta metri da dove si trovava prima. Anche questo è un (piccolo) segnale che i librai hanno ancora voglia di lottare per i libri.

Grazie dell’attenzione.

Alberto Galla

 

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Commenti (5)

  • Fernanda

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    Ma è possibile che noi poveri lettori e compratori non abbiamo mai nessuno che ci difende?
    Tutti pensano ai loro interessi e alle loro tasche ma le nostre?
    Dobbiamo essere considerati soltanto delle mucche da mungere e nulla più?
    Sono veramente stanca di sentire piagnistei dei poveri librai che si disperano perché la gente non si precipita a comprare libri a prezzo pieno solo per fare un favore a loro.
    Io sono una cosiddetta lettrice “forte”, una che legge più di un libro al mese e ne compra altrettanti. Sono una di quelle persone che hanno costantemente in casa almeno trenta libri che non hanno ancora letto e continuano a comprarne.
    E non compro libri a prezzo pieno! Mai ! Per nessun motivo!
    Naturalmente questo significa che nelle librerie ci entro solo per guardare ma mi guardo bene dal chiedere consigli. Tuttel e volte che qualcuno ha provato a darmene ha ottenuto solo di irritarmi.
    Io seguo le uscite dei libri, leggo recensioni e commenti, valuto attentamente se un libro mi interessa sul serio oppure no. Su questo e solo su questo si basano le mie scelte.
    Per me la Legge Levi è stata una dichiarazione di guerra dei librai nei confronti delle persone come me.
    Di conseguenza i miei soldi, i signori librai, non li vedranno nemmeno dipinti.

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    • Redazione

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      Cara Fernanda, sarebbe molto interessante che la tua opinione trovasse una risposta esplicita da parte dei librai. Proveremo a inoltrarla direttamente ad Alberto Galla. Grazie per aver scritto!

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  • Paolo Nisticò

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    per il massimo risparmio, consiglio alla Sig.ra Fernanda di acquistare i libri in formato digitale, anzi di scaricarli del tutto gratis da e.mule o simili.

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  • Angela

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    Ma perchè prendersela sempre con i librai che non decidono nulla nella filiera del libro, nè il prezzo nè la percentuale di guadagno??
    Io sono inorridita da tanta cattiveria gratuita!!!

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