Editoria digitale, Tombolini: “In Italia compra eBook 1 grande lettore su 4. E la metà usa Amazon”

Scritto da Redazione on . Postato in Autopubblicazione, Editori, eReader, In evidenza, Tecnologie

Abbiamo chiesto ad Antonio Tombolini, fondatore di Simplicissimus Book Farm e uno dei principali esperti di editoria digitale in Italia, di commentare i numeri sull’editoria digitale divulgati dall’AIE e pubblicati ieri da Bibliocartina.

Il mercato degli acquirenti di eBook cresce in Italia, ma rimane comunque una nicchia di mercato che interessa l’1,8% degli italiani (925mila persone). Come legge questi dati in base alle sue aspettative sul mercato? Sono i tassi di crescita che lei ipotizzava oppure si discostano dalle sue previsioni?

Come sempre i numeri possono essere sempre letti in molti modi. L’1,8% dell’intera popolazione italiana, visto che siamo un paese in cui non si legge un granché, sono una enormità! E se consideriamo che sempre l’AIE ci dice che i “grandi lettori” in Italia non sono più di 3-4 milioni, ecco che potremmo leggere il dato in altro modo: il 25% dei grandi lettori compra legalmente ebook in Italia, non è formidabile?
 
Secondo i dati AIE in Italia producono eBook quasi 2.000 editori: che ne pensa di questo numero? Sono troppi, rispetto all’esiguità del mercato, oppure no? Che margini ci sono per la sopravvivenza e la crescita delle editrici digitali oggi, secondo la sua opinione?

Si gioca sempre a gonfiare le cifre, parlando (come si fa nei numeri AIE) di “marchi editoriali”. Quanti marchi ha un grande gruppo come Mondadori, o come GEMS? O come molti altri editori? Se parliamo di editori, e non di marchi editoriali, quel numero si riduce per il momento a poco più di 900 editori. Ce ne sono circa 1600-1800 attivi sul mercato di carta, e c’è dunque ancora una bella fetta di editori che si sta affacciando ora al digitale. Comincia inoltre ad assumere una certa rilevanza il fenomeno di nuovi editori “nativi digitali”, che adottano il paradigma di pubblicazione verso cui tutti dovranno presto o tardi orientarsi: si pubblica un nuovo titolo innanzitutto in digitale, e poi eventualmente, se del caso, anche di carta, e senza rischiare magazzini e resi, ma col Print On Demand.

Qualche mese fa ifBookthen pubblicò uno studio nel quale si prevede che entro il 2013 il mercato degli eBook rappresenterà in Europa l’8% del mercato (escludendo la Gran Bretagna). Li ritiene dati credibili, anche alla luce di queste ultime rilevazioni italiane?

No. Nel 2013 in Italia il mercato degli ebook avrà un valore di circa 40-45 milioni di Euro, non più del 3-4% del mercato totale trade. E non credo che le quote siano molto diverse in Germania o in Francia. Per quanto paradossale possa sembrare, il vero anno del boom degli ebook nell’Europa Continentale  sarà il 2015.

Amazon non è mai presente nelle classifiche sul libro digitale, perché da politica aziendale non divulga i suoi dati di vendita. Secondo lei in quanto esperto di questo mercato, che percentuale può rappresentare Amazon in relazione ai canali di vendita dell’eBook italiano?

Non meno del 45-50% del mercato. E come ho avuto modo di dire attraverso il mio blog di recente, credo che i Big Guys (Amazon, Apple, Google, Kobo) detengano già ora non meno del 75-80% del mercato degli ebook in Italia, ponendo un serio problema a tutte le altre librerie online italiane. Ma vedo che questa cosa non sembra preoccupare nessuno, salvo i tardivi strepiti e lamenti (con annesse richieste di aiuti pubblici) che prevedo si alzeranno verso fine anno e nell’anno prossimo.

Per una casa editrice come Simplicissimus Book Farm quali sono, in relazione a tali numeri, le sfide del futuro? Che margini di crescita ci sono ancora per la vostra azienda, e puntando su che cosa?

Prima osservazione: non siamo una casa editrice. Siamo idraulici: siamo convinti che i contenuti, una volta divenuti liquidi (ovvero digitali) vogliono fluire, e il nostro mestiere consiste nell’inventare e fornire servizi e strumenti che favoriscano (invece di ostacolarlo, come fanno ancora in troppi) il fluire molteplice e ordinato dei contenuti digitali in rete. Per questo stiamo seguendo due direttrici principali: l’attività di distribuzione di contenuti digitali (con STEALTH e Narcissus.me), per far sì che i content providers (editori e autori) possano in maniera efficiente ed economica far fluire i loro contenuti in una crescente molteplicità di canali, senza perderne il controllo; l’attività poi di creazione di nuovi canali di vendita di contenuti digitali, fronte su cui stiamo per lanciare, sotto le insegne del marchio Ultima Books PRO, una serie di servizi volti ad abilitare una molteplicità di soggetti alla vendita di contenuti digitali selezionati e mirati, che sfuggano alla logica generalista e puramente scontistica delle librerie online, gioco su cui nessuno può immaginare alla lunga di sopravvivere ai Big Guys che citavo prima.

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Commenti (2)

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