Padova: alla Libreria Minerva ci si ispira alla dea della Sapienza, per preservare la cultura antica e rendere popolare quella moderna

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Con questa recensione firmata da Michela Quaglio inauguriamo una nuova rubrica di Bibliocartina, Le recensioni delle librerie. Il nostro contributo all’informazione su un mondo troppo poco conosciuto, pensato, avvalorato, criticato, nel senso più utile di questa parola. La nostra idea di “bibliocartina” è infatti anche questa: creare una mappa delle librerie e in generale dei luoghi del libro in Italia, per alimentare scambio, frequentazione, movimento di idee. La prima libreria di cui parliamo è dunque la libreria Minerva di Padova, specializzata in libri antichi e introvabili ma non solo.

di Michela Quaglio

Passeggiando sotto i portici di via San Francesco, una delle vie più caratteristiche di Padova, si incontra ad un tratto la possibilità di entrare in un mondo fuori dal tempo, un’oasi di fascino e di bellezza; non sto parlando di un giardino nascosto ma di una piccola libreria dal nome mitico, la libreria Minerva. Entrando in questo negozio la prima sensazione che si avverte è quella di aver aperto un baule colmo di antichi volumi, belli da toccare, da sfogliare e da ammirare.

La libreria Minerva nasce nel 2001 come libreria di storia locale per poi occuparsi successivamente di  libri rari, curiosi e d’occasione, di libri fuori catalogo recenti e meno recenti,  ma anche di stampe antiche e moderne, dipinti e disegni. Questa libreria, inoltre, non solo vende ma acquista volumi e opere d’arte e offre un utile servizio di valutazione e stima di libri, stampe, quadri e disegni.

L’interno della libreria Minerva

Cristiano Amedei, proprietario assieme a Davide Saccuman, spiega come questa libreria non sia un luogo d’interesse solo per coloro che si dedicano al collezionismo librario, che cercano preziose prime edizioni o volumi dai caratteri pregiati, ma anche per tutte le persone alla ricerca di libri, più o meno recenti, che non si trovano più in commercio: “ogni anno viene pubblicato un altissimo numero di opere ma nello stesso tempo molti libri vengono tolti dai cataloghi e i lettori interessati a queste opere non hanno più la possibilità di procurarsele con facilità” spiega il libraio. E si trova proprio di tutto in questa libreria, da volumi cinquecenteschi fino ai remainders, ossia i libri d’occasione, nuovi ma che provengono dalle giacenze di magazzino di edizioni non più in commercio.

Affascinante è anche la storia del nome di questa libreria, che mi racconta Cristiano: il nome mitico è stato scelto non solo perché Minerva, figlia di Zeus, è la dea della sapienza, donna guerriera protettrice dell’intelligenza, ma anche perché già nell’Ottocento esisteva a Padova una libreria con questo nome, gestita dal libraio lombardo Bettoni, personaggio originale e grande appassionato di libri e letteratura, che oltre a vendere i libri li stampava anche.

Ovviamente la libreria, afferma Cristiano, ha sentito la crisi di quest’ultimo anno ma cerca di far fronte a questo momento difficile puntando sulla qualità dei prodotti e dei servizi offerti.

Quali sono le opere più vendute? In effetti, essendo una libreria antiquaria e in generale di libri usati è impossibile per il libraio stilare una lista di titoli più venduti rispetto ad altri anche se, tra i vari generi letterari, quello per cui riscontra una maggiore richiesta nell’ultimo periodo è la narrativa del ‘900; opere dunque abbastanza recenti. Alla libreria Minerva non sono quindi richiesti solo di libri rari o antichi, c’è anzi una rilevante richiesta di libri da lettura ma a prezzi minori, richiesta che il mercato dell’usato può soddisfare con libri che costano molto meno rispetto al prezzo originale. Questo porta a riflettere sul fatto che se il libro, questo strumento indispensabile per la vita interiore degli individui costasse un po’ meno, si venderebbe sicuramente di più e probabilmente si continuerebbe a preferire il tradizionale supporto di lettura, quello cartaceo, attraverso il quale l’opera si vive anche sfogliandola, toccandola, annusandola, anziché scegliere come supporto il freddo, lucido, impersonale schermo di un e-reader, a cui nessuno si affezionerà e in cui nessuno potrà mai mettere un fiore ad essiccare.

 

Una copia del Trattato del sublime di Dioniso Longino, tradotta dal greco in toscano da Anton Francesco Gori, in vendita presso la libreria

Il libraio Cristiano, ma soprattutto in questo caso il lettore Cristiano, ci consiglia infine due titoli, due letture che lui ha particolarmente apprezzato ultimamente; la prima è un’opera di saggistica, “Del furore d’aver libri” di Gaetano Volpi, editore veneto del ‘700, accanito bibliomane, in cui sono raccolti consigli per conservare al meglio i libri, suggerimenti seri ma che talvolta fanno sorridere il lettore moderno; il secondo titolo è invece un’opera del 2002, “I giorni dell’abbandono”, un romanzo di Elena Ferrante.

Come la dea da cui prende il nome, la piccola libreria Minerva cerca dunque di proteggere la sapienza, l’arte e la cultura che i libri, dai più antichi ai più moderni contengono e trasmettono e lo fa non solo attraverso il commercio di questi volumi ma anche attraverso un interessante blog, Le parole di Minerva, dove si possono trovare utili informazioni in merito ad eventi culturali, mostre mercato e novità librarie. Una realtà padovana, quella della libreria Minerva, che vale davvero la pena conoscere se si amano i libri.

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