CCNL Grafici ed Editoriali, riprendono le contrattazioni. Strade: “Assistenza sanitaria integrativa ai collaboratori freelance”

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Riprendono i negoziati fra sindacati e datori di lavoro per il rinnovo del contratto nazionale per Grafici ed Editoriali. Fra i tanti oggetti del contendere, la possibilità che gli editori coprano l’assistenza sanitaria integrativa non solo per i dipendenti ma anche per i collaboratori freelance (forza lavoro maggioritaria in editoria), dando vita a un precedente che secondo il sindacato dei traduttori editoriali Strade “farebbe la storia delle relazioni industriali in Italia”.

Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa di Strade:

Il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per il settore Grafici ed Editoriali  si rinnova ogni tre anni ed è sottoscritto, per i datori di lavoro, da Assografici, Associazione Italiana Editori e ANES (Associazione Nazionale Editoria Specializzata); mentre per i lavoratori, dai tre sindacati di categoria: SLC-CGIL (Sindacato Lavoratori della Comunicazione), FISTEL-CISL (lavoratori carta, stampa, editoria, televisione, cinema, audiovisivo, musica, teatro e telecomunicazioni) e UILCOM (Uil Comunicazione).

Il CCNL è scaduto all’inizio del 2013 ma la parte datoriale si è fatta attendere, e il primo incontro in vista del rinnovo si è avuto solo il 6 marzo 2014. In quella sede le parti sindacali hanno presentato un’ipotesi di piattaforma, a cui i datori di lavoro hanno risposto in questo modo. La trattativa è quindi proseguita il 9 aprile anche con la partecipazione di Strade (che ha da tempo stabilito un protocollo d’intesa con SLC-CGIL); ma a causa dell’opposizione della parte datoriale al recupero contrattuale dell’inflazione, la primavera e l’estate sono trascorse senza che si potesse trovare un accordo e nel permanere dello stato di agitazione, come da comunicato sindacale del 17 luglio scorso. E solo adesso, giunti quasi alla fine di settembre, i negoziati sono ripresi.

 Perché ci riguarda, tutto questo?

Tra le originarie proposte sindacali a cui la parte datoriale non ha opposto un rifiuto di principio c’era quella di includere nelle previsioni contrattuali sull’assistenza sanitaria integrativa, pagata per una quota dal datore di lavoro, anche i lavoratori indipendenti della filiera grafico-editoriale: cioè noi, e altri come noi (revisori, redattori eccetera). Era, o sarebbe, un primo passo sulla via della contrattazione inclusiva: cioè verso un modello di accordo nuovo – e, per il nostro Paese, rivoluzionario – che tenga nel dovuto conto anche tutti i lavoratori che non sono dipendenti, ma prestano un’opera necessaria alla realizzazione del prodotto finito, sia esso libro, fumetto, rivista specializzata…

Si parla di una decina di euro al mese a lavoratore, per fini di assistenza sanitaria integrativa, che oggi i datori di lavoro già versano ai lavoratori subordinati e che domani potrebbero versare anche ai lavoratori autonomi della filiera. Ma nei mesi scorsi la difficoltà nelle trattative ha fatto piazza pulita, fra altre, anche di questa proposta: e per questo invitiamo tutte le parti coinvolte a rimetterla sul tavolo e a difenderla con forza nel prosieguo delle trattative.

Qui non si tratta soltanto di ottenere dalla parte datoriale un contributo, pure importantissimo, all’esercizio del diritto alla salute di tutti i lavoratori; qui si tratta di fare la storia delle relazioni industriali in Italia. E riteniamo che a motivare il silenzio negoziale, insieme ad altri fattori, sia precisamente il timore delle parti datoriali di creare un fondamentale precedente inclusivo che porterebbe di colpo alla ribalta della contrattazione nazionale tutti i lavoratori italiani della comunicazione, indipendentemente dalla forma della loro collaborazione.

Vogliamo un contratto inclusivo, e lo vogliamo oggi: ditelo con noi ad alta voce.”

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