Antitrust: Federico Motta Editore multato per 140mila euro

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[Aggiornamento: Accogliendo il ricorso presentato dalla casa editrice, nel 2013 il TAR del Lazio ha riconosciuto la piena correttezza e trasparenza dell’operato di Federico Motta Editore nel promuovere presso le famiglie i propri prodotti così come nel rispettare il libero esercizio del diritto di recesso da parte dei propri clienti (sentenza depositata il 15/10/2013). Il TAR ha invece confermato la responsabilità nel non avere adeguatamente controllato e, dove necessario, tempestivamente sanzionato i comportamenti di determinati componenti della rete commerciale. Ha ridotto perciò alla metà la corrispondente sanzione, in considerazione dell’esiguità del fenomeno rispetto al complesso dell’attività aziendale e viste le misure correttive adottate dall’azienda.]

Di seguito si riporta la vicenda del 2012:

Due multe per un totale di 140mila euro in sanzioni per Federico Motta Editore, condannato al pagamento di una penale per ‘pratiche commerciali scorrette’ dall’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato. Come si legge nel bollettino informativo dell’Antitrust, Motta Editore è “attivo nella produzione e vendita, in particolare, di libri e periodici anche per corrispondenza e con il metodo “porta a porta” e prodotti multimediali a seguito di progetti presentati presso alcune scuole dell’obbligo. Nel 2011, FME ha realizzato un fatturato di circa 13 milioni di euro e perdite per circa 720 mila euro.” Le pratiche dell’editore furono fatte oggetto di una denuncia dell’Associazione per la difesa dei consumatori Adiconsum, in seguito alla quale l’antitrust ha ritenuto illecite diverse pratiche messe in atto dall’editore, in particolare aver esercitato “un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori contattati, tramite lunghe visite a domicilio, spesso non preannunciate, per proporre la vendita delle proprie opere editoriali, anche sulla base di affermazioni volte a far loro assumere una decisione immediata” e aver “frapposto ostacoli all’esercizio del diritto di recesso, sia omettendo di informare il consumatore sulle modalità di esercizio di tale diritto, sia disattendendo le richieste in tal senso dei consumatori.” Sotto accusa, dunque, la vendita di enciclopedie con metodi poco ortodossi e anche la vendita di prodotti multimediali destinati ad alunni della scuola dell’obbligo, effettuata secondo pratiche ritenute “poco trasparenti”. Le denunce dei consumatori sono state effettuate a fine 2011 nelle province di Belluno e Verona in particolare, e del caso si era occupata anche la trasmissione Striscia la notizia.

Su richiesta di Motta Editore (che riteniamo legittima), pubblichiamo – a questo link e di seguito – il testo del comunicato stampa dell’azienda, e un altro link al quale potrete trovare tutte le notizie aggiornate sul caso.

“Con sentenza depositata il 15/10/2013 il TAR del Lazio ha dato definitiva risposta al ricorso presentato da Federico Motta Editore (FME) contro il provvedimento emanato l’8/8/2012 dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM/Antitrust) per asserite pratiche commerciali scorrette. Con tale sentenza il TAR ha riconosciuto la piena correttezza e trasparenza dell’operato di FME, sia nel rispettare il libero esercizio del diritto di recesso da parte dei propri clienti in tutti i casi previsti dalla legge (art. 65 D. Lgs.206/2005 – c.d. Codice del Consumo), sia nel promuovere presso le famiglie i propri strumenti multimediali per la formazione. Il TAR ha invece confermato un’oggettiva responsabilità nel non avere adeguatamente controllato e, dove necessario, tempestivamente sanzionato i comportamenti di determinati componenti della rete commerciale nell’attività di vendita di prodotti cartacei presso la clientela più tradizionale. Ha ridotto però alla metà la corrispondente sanzione, in considerazione dell’esiguità del fenomeno rispetto al complesso dell’attività aziendale e viste le pur tardive misure correttive adottate dall’azienda.

Vengono pertanto interamente confutate le argomentazioni con cui AGCM ha di fatto teso a raffigurare la conduzione di entrambi i rami della nostra attività come complessivamente censurabile. Per converso, in non pochi punti della sentenza, valutazioni e conclusioni prodotte da AGCM vengono sanzionate come arbitrarie, incomplete e approssimative.

A questo link mettiamo a disposizione di chiunque vi abbia interesse la sentenza del TAR. Riteniamo valga la pena di leggerla, è un bell’esempio di lavoro svolto con scrupolo e onestà intellettuale, sia nelle parti a noi favorevoli sia in quelle contrarie, frutto di menti felicemente libere da sovrastrutture ideologiche e/o preconcetti.

Giunti a conclusione della lunga vertenza che ci ha visti opposti all’AGCM, non possiamo esimerci dall’affermare che, se per un verso proviamo grande soddisfazione nel vedere formalmente sancita la correttezza del nostro lavoro, per un altro invece, soprattutto come cittadini più che come professionisti, proviamo grande amarezza nel vedere confermata la convinzione di essere stati oggetto di una gratuita, ingiustificata e arbitraria «aggressione» proprio da parte di chi dovrebbe essere straordinariamente attenta a mantenersi sempre imparziale ed equanime, cioè la Pubblica Amministrazione. Nell’anno e mezzo decorso dalla pubblicazione del provvedimento dell’AGCM siamo inevitabilmente rimasti vittime indifese di diffidenza e, fin troppo spesso, di totale ostracismo da parte di quei settori con cui da tanto collaboriamo con onestà e dai quali fino a quel momento traevamo una parte significativa dei risultati che ci hanno permesso di migliorare costantemente prodotti e servizi offerti a scuole e famiglie, al tempo stesso riuscendo ad arginare l’impatto delle difficili condizioni economiche generali in cui versa il nostro Paese ormai da anni. I danni sofferti in conseguenza di quell’ingiustificata aggressione sono stati enormi, non solo di immagine ma più propriamente economici. E se pensiamo agli effetti devastanti che avremmo subito in conseguenza dell’ulteriore misura sanzionatoria cui AGCM pretendeva di assoggettarci, cioè la pubblicazione del suo provvedimento su due quotidiani nazionali, allora dobbiamo decisamente complimentarci con noi stessi per la caparbietà con cui ci siamo opposti a ingiustizia e arbitrio.

Confidiamo di riuscire a riconquistare la fiducia dei nostri abituali interlocutori, ma il terreno perduto purtroppo rimane difficile, se non impossibile, da recuperare. Cionondimeno proseguiamo il nostro cammino con la solita lena, ringraziando tutti i nostri collaboratori che ci sono rimasti al fianco in questi mesi e tutti gli operatori scolastici che hanno saputo decidere secondo proprie valutazioni e convinzioni, collaborando con noi pur in pendenza delle decisioni finali del TAR. Anche a loro dobbiamo se oggi siamo qui a raccontarvi questa storia.”

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Commenti (3)

    • Silvia

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      Proprio ieri 20.10.16 mia suocera è stata contattata in quanto possessore di enciclopedia motta da un’ispettrice (così si è presentata al telefono) che ha detto di dover consegnare dei certificati di autenticità della enciclopedia da lei posseduta perchè divenuta da collezione. Quando si è presentata a casa, in mia presenza, ha voluto visionare i libri e ha scritto il numero posseduto poi si è dilungata su discorsi strani e alle mie perplessità ha continuato a divagare sul nulla, Sono passate 2 ore dal suo arrivo al che con la scusa che dovevo uscire l’ho inviata ad andarsene dato che il censimento era stato fatto e che le informazioni importanti che secondo lei doveva darci, non sono state date. Ha fatto un discorso strano sul valore della collezione e leggendo su internet credo che probabilmente volesse farci acquistare qualche certificato di autenticità…Attenzione.

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  • rocco

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    Azienda seria che nel 2015 non fa più porta a porta, ma funzione di rappresentante o procacciatore d’affari presso clienti già acquisiti ( che hanno già acquistato prodotti in passato ) sul territorio di riferimento, scelti (e contattati ) da quest’ultima per entrare in un club esclusivo dietro compenso per chi vuole ( si vende ) una certificazione di valore ‘ ereditario’ che da diritto a servizi esclusivi (aggiornamenti ecc.). le aree di lavoro sono le province dove sono collocate le varie filiali locali, ma anche trasferte in provincie di altre regioni sempre a discrezione dell’azienda. saluti

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