Amazon, scrittori e librai USA al Dipartimento di giustizia: “Abuso di posizione dominante, minaccia la libertà di espressione”
L’associazione dei librai statunitensi (American Booksellers Association) e una delle associazioni di scrittori americani (Authors United) hanno scritto ieri al Dipartimento di giustizia americano chiedendo di investigare nei confronti di Amazon e aprire un fascicolo per abuso di posizione dominante. “Amazon ha ottenuto una posizione di monopolio nella vendita di libri, e di monopsonio nell’acquisto di libri”, scrive Authors United. L’azienda di Seattle sarebbe cioè venditore unico o quasi nel primo caso, compratore unico o quasi nel secondo.
Sempre secondo Authors United, Amazon detiene al momento “più del 75% delle vendite online di libri cartacei, più del 65% delle vendite di ebook, più del 40% delle vendite delle novità editoriali, circa l’85% delle vendite di libri autopubblicati”; è diventato “il più grande editore e distributore di novità editoriali nel mondo”. Oltre a questo, prosegue l’associazione degli scrittori, Amazon ha messo in opera una serie di pratiche per influenzare l’operato degli scrittori limitando in questo modo la libertà di espressione: negli ultimi 11 anni, scrive AU, ha bloccato e ridotto la vendita di milioni di libri, di migliaia di autori, come strumento di pressione nei confronti degli editori; in particolare durante la disputa nei confronti di Hachette del 2014, avrebbe esercitato un discrimine fra autori vendendone alcuni e non altri sulla base dell’importanza o dell’orientamento politico degli autori; avrebbe utilizzato il suo potere di monopsonio e la sua capacità di fare pressione per ottenere una percentuale sulle vendite ancora superiore nei confronti degli editori; utilizzerebbe la tecnica del “loss leading” vendendo alcuni libri sottocosto, per dirottare in realtà l’acquisto su altri titoli, e tutto il suo potere di mercato per convogliare gli acquisti sui propri titoli a scapito di quelli di altri editori; infine, sempre secondo AU Amazon sta esercitando pressione nei confronti degli autori autopubblicati affinché stabiliscano prezzi entro un certo intervallo, pena la decurtazione del 50% delle royalties a favore di Amazon.
Tutti elementi che testimoniano il controllo pesante che Amazon è in grado di esercitare nei confronti della circolazione di idee negli Stati Uniti, affermano gli autori, che chiedendo un’indagine dell’Antitrust si sono appellati alla tradizionale severità della legge nei confronti di tutti i tentativi passati di monopolizzare i mezzi di comunicazione, da internet alla TV.
L’American Bookseller Association, un’associazione di librai con più di 115 anni di attività alle spalle e migliaia di soci in tutto il territorio USA, ha scritto a sua volta al Dipartimento di Giustizia sostenendo Authors United e chiedendo di ascoltarne le ragioni. Negli Stati Uniti, ricorda l’ABA, le librerie indipendenti stanno vivendo un nuovo periodo di crescita perché si sono proposte come “centri vitali per le proprie comunità di riferimento, e hanno offerto servizi personalizzati e iniziative letterarie non replicabili online”, dei quali tuttavia, affermano, Amazon approfitta in modo sfacciato incoraggiando la pratica dello showrooming (recarsi in libreria per scegliere un libro, e poi comprarlo online su Amazon), persino tramite app ad hoc che permettono di scannerizzare i codici a barre di un libro fisico e inviarli al sito tramite smartphone per comprare il libro a un prezzo più basso.
Nonostante tutto, negli ultimi anni i librai indipendenti hanno visto i loro ricavi crescere (circa l’8% dal 2011 al 2014); il loro non è perciò un piagnucoloso appello a salvare una categoria in via d’estinzione. Tuttavia, dicono, è l’intero mondo del libro e la libertà d’espressione nel suo insieme a essere minacciata dalla crescita incontrollata di Amazon e ciò minaccia anche la possibilità per i librai, nel futuro, di continuare a offrire ai propri lettori libri e autori non ancora conosciuti, idee differenti, nuovi talenti.
Entrambe le associazioni insistono su questo punto: la crescita monopolistica e monopsonistica così massiccia e incontrollata sta significando spingere soprattutto i potenziali bestseller o gli autori di grido, e ridurre gli spazi per la letteratura di catalogo, per i nuovi autori, per le idee non destinate a diventare mainstream. Amazon eserciterebbe un libero arbitrio incontrollato sui titoli che può rendere o non rendere disponibili, come strumento di pressione nei confronti di autori ed editori, influenzando in questo modo non soltanto il mercato ma anche la circolazione delle idee in modo più poderoso ed efficace di qualsiasi altra istituzione.
Tags: Amazon, American Booksellers Association, Authors United, monopolio editoriale, monopsonio
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