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Speciale Libreria Edison (FI): “Ecco come muore una libreria di successo” (I)

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Perché chiude una libreria amata e di successo come la Edison di Firenze? E quale futuro attende i 38 dipendenti ora che il loro negozio ha chiuso definitivamente i battenti? Ne abbiamo parlato con Simone Vertucci, delegato sindacale “degli ormai ex-librai della ormai ex-libreria”.

Libreria Edison di Firenze, Matteo Renzi ai lavoratori: “Salvaguardia dei posti di lavoro”

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Il 10 novembre scorso i lavoratori della libreria Edison di Firenze hanno incontrato il loro sindaco Matteo Renzi (nella foto) in merito al futuro, tuttora incerto, della grande libreria del centro la cui chiusura è ormai imminente. Come hanno riferito i lavoratori a vari organi di stampa, il sindaco Renzi si è impegnato con i dipendenti alla salvaguardia dei loro posti di lavoro.

Firenze: la chiusura della libreria Edison slitta al 31 dicembre, per i lavoratori accordo per il reintegro in Feltrinelli. Al via la svendita dell’assortimento libri

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La chiusura della libreria Edison del centro di Firenze slitta di tre mesi ed è rimandata al 31 dicembre. Lo sfratto avrebbe dovuto diventare esecutivo il 1° ottobre scorso, come abbiamo scritto qualche giorno fa su Bibliocartina.it, ma in quella stessa data i rappresentanti delle parti in causa – Edison, il gruppo Effe.com/Feltrinelli proprietario dello stabile in cui attualmente opera Edison, e i rappresentanti dei lavoratori – riuniti insieme al vicesindaco della città hanno raggiunto un accordo che prevede l’apertura ancora fino al 31 dicembre. Per i prossimi tre mesi Edison potrà utilizzare i locali del gruppo a titolo gratuito, allo scopo di permettere la svendita dei libri. Il gruppo Edison ha infatti annunciato la liquidazione, con conseguente, imminente chiusura di tutte le librerie del gruppo.

Il compenso dei 38 lavoratori del punto vendita di Piazza della Repubblica sarà dunque ricavato dal risparmio ottenuto dal mancato pagamento del canone d’affitto del locale, dalla svendita dei libri e dal reintegro, a partire da gennaio dell’anno prossimo, dei lavoratori eventualmente ancora disponibili all’interno del Gruppo Feltrinelli, altro punto dell’accordo ottenuto nei giorni scorsi in merito al quale, tuttavia, i dipendenti sostengono di non aver ricevuto alcun tipo di comunicazione da parte di Feltrinelli. Il Comune di Firenze si è assunto l’impegno di vigilare sul rispetto del patto.

Librerie: a Firenze chiude Edison, sfrattata da Feltrinelli, e vorrebbe aprire Apple. Ma la legge comunale attuale lo vieta, il sindaco Renzi la cambierà per far aprire l’Apple Store?

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La storica libreria fiorentina Edison si prepara a chiudere i battenti, ma le trattative in corso per il subentro fra Apple e il gruppo Feltrinelli, proprietario dello stabile, potrebbero essere inficiate da una legge comunale secondo la quale le librerie che chiudono possono essere riconvertite solo ad attività di carattere culturale, per almeno il 70% della superficie occupata. Mentre perdura la vicenda FNAC, ecco dunque altro caso di marchio librario che scompare in Italia (anche la Edison in franchising di Livorno sta per chiudere, come riporta il quotidiano La Nazione).

La società che gestisce la libreria Edison, aperta nella centralissima Piazza della Repubblica fiorentina fin dal 1996, è stata sfrattata dal gruppo Feltrinelli proprietario dello stabile, dopo una lunga vicenda giudiziaria che infine ha dato ragione ai proprietari. L’esecuzione dello sfratto è prevista per il 30 settembre, dunque a giorni, e giovedì sera scorso i 36 dipendenti della libreria hanno inscenato una protesta serale contro il destino del negozio e del loro lavoro. 

Come nei giorni scorsi hanno già comunicato più organi di stampa, è in corso una trattativa tra Feltrinelli ed Apple, fortemente voluta anche dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, per l’acquisizione dei locali da parte del colosso americano. Tuttavia, le leggi comunali a salvaguardia del patrimonio culturale rappresentano un ostacolo serio alla conclusione della trattativa; il sindaco, come riferisce MacCitynet, dovrebbe trovarsi nella difficile situazione di dover convincere la sua maggioranza a modificare la norma a salvaguardia della cultura, per garantire Apple, la quale altrimenti dovrebbe dedicare alla vendita a malapena un 30% dello spazio snaturando così l’uniforme concetto degli Apple Store e ovviamente rinunciando a consistenti entrate. La modifica della norma, tuttavia, rappresenterebbe una evidente legge ad hoc, pensata per favorire una multinazionale, mentre nel frattempo 36 persone entro questo fine settimana perderanno il posto di lavoro.