Stati Uniti, le librerie indipendenti boicottano efficacemente i libri di New Harvest, la casa editrice di Amazon

Scritto da Redazione on . Postato in Editori, Librerie, News

Va avanti negli USA il boicottaggio deciso già qualche mese fa nei confronti dei libri cartacei prodotti da Amazon con il marchio New Harvest. Al boicottaggio partecipano vari marchi di librerie indipendenti americane, tra cui Barnes & Noble e Books-A-Million, i due principali attori del mercato libraio indipendente americano laddove negli Stati Uniti “indipendente” assume un significato ben differente che in Italia, se si pensa che Barnes & Noble possiede circa 650 punti vendita nel territorio USA. New Harvest nasce dalla collaborazione tra il colosso Amazon e la casa di distribuzione Houghton Mifflin Harcourt, incaricata di distribuire le pubblicazioni cartacee Amazon nelle librerie del territorio. Ma come riporta il Washington Post, i primi titoli nati da questa partnership, “Care of wooden floors” di Will Wiles, “My Mother Was Nuts” di Penny Marshall e “Why Have Kids?” di Jessica Valenti, tutti pubblicati tra settembre e ottobre di quest’anno, stanno ricevendo una lunga serie di dinieghi da parte delle librerie americane, esplicitamente motivati dall’interno di ostacolare Amazon nella sua rincorsa al mercato librario tradizionale. “Amazon vuole semplicemente distruggere le librerie e dare compimento alla loro definitiva wal-martizzazione”, ha dichiarato un libraio facendo riferimento al gigante americano della grande distribuzione Wal Mart, accusato da tempo e da più parti di aver ulteriormente livellato verso il basso la qualità sia dei consumi sia delle condizioni di lavoro e dunque divenuto sinonimo di “mass-market” fagocitatore delle piccole imprese e senza attenzione per la qualità. Al momento le librerie ordinano i titoli New Harvest “solo in caso che qualche cliente ce li chieda, oppure li indirizziamo direttamente al sito di Amazon”; al momento attuale, dei 3 libri pubblicati da New Harvest nessuno, stando ai dati Nielsen BookScan, ha ottenuto risultati soddisfacenti: 1000 copie in una settimana per Wiles, 7000 in un mese per la Marshall, e poco meno di mille per Jessica Valenti. Segno che, come sostengono i librai, “senza l’esposizione e la promozione che solo le librerie possono offrire, non basta un colosso come Amazon a garantire buoni risultati di vendita”? La vicenda è intricata e interessante, e lascia certo aperta una domanda: possono davvero i libri e gli editori fare a meno delle librerie per promuovere le loro uscite? La risposta non è poi tanto scontata, tanto più se persino per promuovere un prodotto già ampiamente conosciuto come il Kindle in Italia, Amazon fa affidamento a una libreria indipendente come Hoepli.

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