Speciale Editori Indipendenti: la distribuzione, il cappio al collo dell’ecosistema del libro. “Altro che mercato libero” (II)

Scritto da Redazione on . Postato in Editori, Eventi, Fiere e rassegne, In evidenza, Librerie

(continua dalla prima parte) La distribuzione libraria in Italia è “la parte malata del sistema”, non ha dubbi Giuseppe Schifani di :due punti edizioni, casa editrice indipendente che a “Più libri più liberi” si è presentata, provocatoriamente, in veste di studio medico “per curare l’infezione che affligge il mondo dei libri”. “La distribuzione si basa – continua Schifani – sulla stessa logica di bolla finanziaria che inquina il paese tutto, un vero e proprio black out intellettuale che manda in corto circuito l’intera vita del libro”, ed è, più prosaicamente, ciò che sta strozzando tanti piccoli editori i quali, quand’anche si sforzino di garantire un’elevata qualità dei propri prodotti, non riescono ad arrivare allo scaffale e tantomeno a rimanerci. Molti degli editori di ODEI non fanno dunque mistero del fatto che ad unirli, in un primissimo momento, è stata soprattutto l’insoddisfazione nei confronti del modo in cui i loro cataloghi venivano gestiti da quella che fino a poco tempo fa era la casa distributiva per eccellenza dell’editoria indipendente in Italia, PDE, acquisita nel 2008 da Effe 2005, la holding del Gruppo Feltrinelli, e quindi divenuta “la distributrice per eccellenza dei prodotti Feltrinelli” (ecco il diagramma dei 10 libri più distribuiti attualmente da PDE, tutti e 10 di Feltrinelli). “In Italia – ha spiegato a Bibliocartina Gino Iacobelli di Iacobelli Editore – le più grandi catene di distribuzione sono legate ciascuna a un gruppo editoriale. Mondadori, Messaggerie (legata al Gruppo GEMS), Rizzoli, e PDE che è legata a Feltrinelli. Una situazione da manuale per chi volesse capire che significa “mercato controllato”. Perché mai un distributore dovrebbe avere interesse a  promuovere la vendita di libri dei suoi concorrenti, invece che quelli di casa sua?”. La situazione è ovviamente aggravata dal fatto che chi possiede l’editrice, possiede anche la distribuzione e possiede anche le librerie di catena, sia online sia sul territorio. Il grosso del movimento economico nel mercato librario è insomma, semplificando, un passaggio di soldi dalla mano destra a quella sinistra dello stesso proprietario. A chi è fuori da questo circuito restano solo le briciole, ma spesso neanche quelle.

La posizione del manifetsto di ODEI in merito è chiara: “Oggi in Italia non esiste più un distributore di libri con una rete nazionale che non sia immediatamente riconducibile a un gruppo editoriale. Veniamo così a trovarci dentro un mercato nel quale la concentrazione e il controllo dell’intera filiera del libro – dal marchio editoriale al punto vendita – sono una realtà affermata e in continuo approfondimento”, senza che l’antitrust italiana senta peraltro il dovere di intervenire.

L’esigenza di unirsi tra editori indipendenti è dunque nata, in un primo momento, dalla condivisione di questa insoddisfazione, che porterà molti editori – si è parlato di recente su Affari Italiani di minimum fax – a recedere i propri contratti di distribuzione ed avviarne di nuovi con l’arrivo del 2013. D’altro canto non tutti gli editori che hanno aderito all’ODEI sono affiliati a PDE, e il problema della distribuzione è, come spiegato prima, un problema strutturale, non tanto legato a una sigla o all’altra. La cancrena del mercato controllato è tale che una soluzione condivisa al problema della distribuzione è tutt’altro che semplice da trovare. Anche per questo, hanno spiegato a Bibliocartina numerosi editori, è nato l’Osservatorio. Per confrontarsi e cercare insieme strade creative ed efficaci per la valorizzazione della professionalità dei piccoli editori indipendenti, legata a doppio filo d’altra parte a quella dei librai indipendenti. I tentativi creativi non mancano. C’è chi – come :due punti – si dedicherà alla distribuzione diretta e alla vendita online, e punterà molto sul digitale con il suo progetto Hypercorpus. Chi invece ritiene – come ha commentato a Bibliocartina Andrea Staid, editor di elèuthera – che si debba ricominciare dal rapporto diretto con i librai indipendenti, paventando una soluzione simile a quella di cui ci aveva parlato qualche tempo fa Alberta Zancudi, la cui neonata casa editrice universitaria Palabanda Edizioni, nata da una costola della Libreria Repubblica, si avvarrà della rete di librai sorta intorno al movimento di Letti di notte per far arrivare i titoli sugli scaffali.

Le esigenze di innovazione, indipendenza e qualità che hanno portato così tanti editori a unirsi in un Osservatorio comune vanno, tuttavia, ben oltre il problema della distribuzione. Riguardano, più complessivamente, il bisogno di condividere gioie e dolori di questo mestiere. (continua)

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Commenti (4)

  • Franco Cantini

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    Ho letto con condivisione le giuste negative considerazione sulla distribuzione del libro in Italia, a mio parere quello che incide maggiormente nel mercato librario sono le concentrazioni dei punti vendita (Librerie), a loro volta controllati o di proprietà dei soliti colossi editoriali, così come le due organizzazioni di distribuzione Opportunity e Mach2, per quanto riguarda Supermercati, Ipermercati, Stazioni ferroviarie, Aeroporti.
    Perchè non fare, tutti insieme, un accordo con il CDA- Consorzio Distributori Associati (indipendente) con sede in via M. Alicata, 2f Chiesa Nuova di M.S. Pietro (Bologna)
    Franco Cantini

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  • thireòs

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    […] la letteratura sul web, su soliti noti e scambi di favore comunque possibili. Rimandiamo a un link problemi che non dipendono certo da Bookdetector, ma che con la dichiarazione di recensire «libri […]

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  • Prediche 2.0 « thireòs

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    […] la letteratura sul web, su soliti noti e scambi di favore comunque possibili. Rimandiamo a un link problemi che non dipendono certo da Bookdetector, ma che con la dichiarazione di recensire «libri […]

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