Mercato del libro: gli editori italiani si affidano ai lettori esteri, la politica punta tutto sugli ebook. Le librerie soffrono ma per loro nessuna strategia
In tempi di scomparsa dei lettori come sta avvenendo in Italia, vuoi vedere che sarà il mercato estero a far rimanere a galla gli editori? A leggere i dati divulgati dall’AIE questa mattina a Francoforte, in apertura della Fiera del libro, ci si potrebbe sentire autorizzati a pensarlo.
Il mercato del libro nostrano infatti si restringe sempre di più, inesorabilmente: nel 2013 gli italiani che leggono almeno un libro l’anno sono scesi ancora, -6,1% ovvero 1,6 milioni di lettori che hanno abbandonato i libri per un anno intero, compreso bambini (-7,4% nella fascia fra 6 e 14 anni), donne (-4,7%), forti lettori da più di 12 libri l’anno (-10,3%). Per il 2014, secondo una dichiarazione che l’editore Daniela Di Sora ha rilasciato giorni fa a Bibliocartina, sembrerebbe diminuiscano ancora attestandosi al 42% della popolazione italiana che legge un libro l’anno almeno. Sono cresciuti sì, di 1,9 milioni (il 18,9%) i lettori di libri in digitale, ma quanti di questi abbiano abbandonato la carta per passare ai dispositivi elettronici dando quindi luogo a un semplice fenomeno di migrazione della lettura, e quanti invece siano lettori forti che hanno aggiunto i libri digitali alla propria dieta mediatica, l’AIE non lo sa.
A fronte perciò di un calo del fatturato generale (-6,8% rispetto al 2012) che ormai è riconducibile a quello di un mercato di nicchia – solo 2,660 miliardi di euro, appena 40 milioni di euro il fatturato degli ebook – con una perdita rovinosa del 17,7% in soli tre anni, cresce e in modo piuttosto considerevole la vendita dei diritti di autori italiani all’estero: nel 2013 sono stati infatti venduti 4.597 titoli, +7,3% rispetto al 2012 e +155,4% rispetto al 2001 (nella foto il logo di Italbooks.com che promuove la cooperazione fra editori italiani ed esteri). Cresce anche l’export di libri fisici, che aumenta del 2,6% rispetto al 2012. Diminuiscono invece le traduzioni in italiano, che oggi rappresentano appena il 17,9% dei titoli, un calo del 7% rispetto a dieci anni fa. Dall’area anglosassone proviene secondo l’AIE il 60,6% dei titoli in traduzione, i quali tuttavia generano il 70,2% delle copie tradotte stampate e distribuite nei canali di vendita. Per quanto riguarda le altre lingue, l’8,2% delle copie tradotte è dal francese, il 5,8% dal tedesco, il 4,5% dallo spagnolo.
Generalizzando, si potrebbe forse dire che gli editori italiani stiano iniziando a cercarsi i lettori con più decisione all’estero, in mancanza di lettori autoctoni. Fra gli italiani emigrati che sono sempre più numerosi, o cercando di arrivare in altre lingue a mercati molto più solidi del nostro.
La lentissima comparsa del digitale – La cosiddetta rivoluzione digitale in Italia somiglia più che altro ai passi lenti e ponderati di una tartaruga. Qualcosa si muove, ma con tutta calma. Il mercato degli ebook nel 2013 rappresenta il 3% di quello complessivo (si prevede che nel 2014 per i grandi gruppi diventi il 5/7%) con un fatturato come detto molto modesto a fronte di una produzione di titoli che cresce del 43%. Cresce il mercato legato a internet, l’e-commerce dei libri rosicchia quote importanti di mercato crescendo dal 5% al 12%, mentre le librerie indipendenti proseguono l’inesorabile declino, diversamente dalle librerie di catena che aumentano il venduto. In caduta libera la GDO, che nei primi mesi del 2014 segna un -15% rispetto al 2013.
Il 72,7% dei libri viene venduto da un libraio. Ma al Ministero si parla solo di ebook – I primi dati riguardanti il 2014 offrono peraltro un quadro tutt’altro che ottimista: -9% di copie vendute rispetto al 2013 (3,7 milioni di copie in meno), con una sofferenza perdurante non solo della sopradetta GDO ma anche delle librerie indipendenti (-7,5%) le quali tuttavia, continuano a rappresentare il principale canale di vendita del libro: il 72,7% dei libri acquistati in Italia viene venduto da un libraio/libraia. Eppure colpisce il fatto che il ministro Dario Franceschini e l’Associazione Italiana Editori non abbiano offerto alcun tipo di soluzione oggi, durante la conferenza stampa, relativa al mercato fisico dei libri, e si siano invece concentrati quasi solo sulla campagna per l’abbassamento dell’IVA per gli ebook. Franceschini e Polillo hanno infatti presentato l’iniziativa “Un libro è un libro” (nella foto il logo dell’iniziativa), una campagna di sensibilizzazione sulla parificazione fra libro cartaceo ed elettronico. Il ministro della Cultura ha ribadito la volontà di arrivare a una definizione e a una strategia condivisa con i ministri europei per l’abbassamento dell’IVA sugli ebook. Una scelta che il governo italiano potrebbe prendere peraltro già subito e autonomamente, stando almeno quanto deliberato dalla Corte di Giustizia Europea appena qualche settimana fa. La stessa AIE in qualche modo lo ha fatto presente, chiedendo a Franceschini “non solo di essere motore del cambiamento a livello Europeo ma di agire in autonomia se l’Europa non ci segue”. Polillo dal canto suo ha fatto riferimento alla tutela del diritto d’autore, a sua volta in qualche modo complicato dalle trasformazioni digitali. Niente invece, se non il solito vago accenno alla promozione della lettura, è stato detto a riguardo delle strategie economiche, commerciali e industriali da attuare, o forse prima ancora da ideare, relative al mercato fisico e cartaceo del libro. Le librerie come ambiti di vendita soffrono, e molto. Ma rimangono comunque il luogo principe del libro in questo paese. E il libro rimane quasi interamente fatto di carta, volendo paragonarlo a un corpo umano è come se di digitale avesse soltanto le unghie. Importanti e visibili, ok, nonché decorabili, ma non precisamente vitali. Qual è se c’è allora, ci chiediamo, la strategia AIE e di tutti gli altri attori della filiera, Ministro Franceschini compreso, per rilanciare il mercato del libro cartaceo e la libreria come suo luogo fondamentale?
Tags: AIE, Dario Franceschini, ebook, Frankfurt Buchmesse, librerie indipendenti, Marco Polillo, mercato del libro
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