Massimiliano Valerii (CENSIS): “eBook, solo lo 0,7% degli italiani ne legge più di 3 l’anno. La lettura dei libri è in crisi verticale, tra i consumi mediatici sopravvive solo ciò che è capace di integrarsi con la rete”

Scritto da Redazione on . Postato in Libri, Tecnologie

Bibliocartina.it ha interpellato Massimiliano Valerii, Responsabile Comunicazione del CENSIS e Coordinatore del gruppo che ha curato l’inchiesta presentata qualche giorno fa a Roma sui consumi mediatici degli italiani, per approfondire un particolare sfuggito alla totalità dei giornali e siti che hanno dato la notizia: il numero di lettori di eBook in Italia negli ultimi cinque anni non solo non è cresciuto, ma è diminuito. “Sì, in Italia il segmento dei lettori di eBook è una nicchia ristretta che non accenna a crescere”, spiega Valerii, “nonostante le dichiarazioni pompose che su questo si fanno, compreso fra i tanti giornali che hanno riportato, in modo spesso incompleto, i dati del nostro rapporto. Se infatti nel 2011 la percentuale di popolazione che ha letto almeno un eBook l’anno ammonta a 2,7%, quella di coloro che hanno letto almeno tre eBook l’anno scende allo 0,7%, un segmento ridottissimo della popolazione italiana”. Il responsabile comunicazione del Censis spiega che “nel 2007 il dato era leggermente più alto – anche se stiamo parlando di numeri irrisori dunque è più facile che le percentuali possano essere lievemente imprecise – probabilmente a causa dell’effetto novità che i tablet e gli eReader rappresentavano in quel momento sul mercato. Ma di certo i nostri rilevamenti spiegano che il parco lettori di eBook non è in crescita, si tratta di un comparto che non è decollato, diversamente da quello dei giornali online che invece stanno crescendo significativamente (+20% circa in 5 anni).

In generale, secondo Valerii, “dalla nostra ricerca emerge che si afferma ed ha successo, presso la dieta mediatica degli italiani, solo tutto ciò che riesce a integrarsi con la rete: dalla web TV alla radio online, la sinergia con internet, coi social media e con l’interazione rapida permessa dal web ha successo. Ciò che invece richiede un tipo di concentrazione differente, l’attivazione di facoltà cognitive e di apprendimento di un certo tipo e quindi tempi di lettura più lunghi”, è in calo di preferenze presso gli italiani. Tanto è vero che quest’anno per la prima volta il numero di italiani che non leggono neanche un libro l’anno è diventato maggioranza, il 50,3%. E fra i giovani in particolare, che rimangono in ogni caso la fascia di persone più abituate a leggere libri, il crollo del numero dei lettori è dell’11,1% in un solo anno, una cifra di grande peso.

“Non è vero che si legge di meno: si legge molto di più di prima, ma si leggono testi più brevi: SMS, status di Facebok, tweet, righe di chat”, specifica Valerii. “L’approccio al testo scritto si sta trasformando rapidamente”, e il libro è un tipo di testo sempre meno adeguato ad abitudini di lettura al contrario sempre più rapide, frammentate, inframmezzate da tante altre attività. Il tempo, la concentrazione quasi esclusiva che un libro richiede è qualcosa di sempre più anacronistico se comparato alle abitudini sempre più in voga nella popolazione italiana.”

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