Lìberos vince il Premio Che Fare. Francesca Casùla: “Il nostro progetto ha vinto perché può funzionare ovunque”
Lìberos, la comunità dei lettori sardi, ha vinto oggi il premio Che fare promosso dalla rivista culturale Doppio Zero in collaborazione con Il Sole 24 Ore e altri sponsor. Bibliocartina ha intervistato Francesca Casùla, una delle socie e prime ideatrici del progetto, che ci ha spiegato le ragioni di questa vittoria: “Il nostro progetto ha vinto, crediamo, per alcune ragioni essenziali e molto semplici. In primo luogo perché, diversamente da altri progetti pur molto interessanti, si fonda su un’idea replicabile ovunque, e questo era appunto uno dei requisiti più importanti nel bando del Premio Che Fare. In Puglia e in Veneto sono già in cantiere alcuni progetti che prendono spunto da Lìberos. In secondo luogo perché il nostro progetto da una parte punta esplicitamente a creare economia e lavoro, è un progetto che serve a dimostrare quanto grazie alla cultura si può e si deve mangiare; ma dall’altra, e credo che anche questo abbia pesato sulla giuria, per realizzarsi finora non ha goduto di nessun finanziamento. I 100mila euro del premio per noi rappresentano le fondamenta indispensabili per un primo avvio, che non avremmo avuto altrimenti”, diversamente da altri progetti in concorso. “Tra i nostri preferiti c’era ad esempio il progetto riguardante il Rione Sanità di Napoli – giunto tra i finalisti – il quale tuttavia ha già, per fortuna, alcuni finanziatori”. O per fare un altro esempio, anche progetto “The Global Hamlet“, giunto staccato dai finalisti, è già in avvio grazie agli accordi presi dal comitato ideatore con numerose case editrici e istituzioni. Aver mancato il premio non significa dunque dover rinunciare all’idea né alla sua realizzazione. “In realtà, con alcuni progetti che abbiamo particolarmente apprezzato stiamo già cercando di trovare forme di collaborazione nel prossimo futuro”, racconta Casùla. “Tra quelli con cui vorremmo lavorare ci sono appunto il progetto Sanità di Napoli e il progetto “Custodi” per la rivitalizzazione culturale nei borghi di montagna spopolati dell’Appennino Tosco-Emiliano”.
Nella fase di votazione popolare Lìberos ha ottenuto circa 5000 voti, piazzandosi nettamente al primo posto tra i progetti finalisti, con circa 500 voti di scarto sul secondo classificato, il progetto Artribune Jobs. “Sicuramente la comunità dei sardi nel mondo ci ha dato una grande mano ad arrivare primi in classifica”, spiega Casula. “I nostri conterranei hanno risposto a un appello affinché la cultura in Sardegna ottenesse i finanziamenti che merita, a fronte di una politica culturale che investe zero sul terreno culturale nonostante l’impegno di numerose persone e associazioni”. Ma il progetto Lìberos, spiega Francesca Casùla, non è affatto un progetto di promozione della sardità come valore in sé. Lìberos si propone in primo luogo come un metodo di cooperazione, che certamente può far leva e deve far leva, per contribuire ad alimentarla, su una rete sociale ben radicata nel territorio, ma che “innanzitutto parte da alcuni principi etici fondamentali: la nostra ambizione è dimostrare la fallacità dell’assunto “mors tua, vita mea”, e sostituirlo con il più benefico “vita tua, vita mea”. Lìberos è dunque un progetto che cerca di unire tutte le istanze della filiera editoriale innescando tra queste un circuito virtuoso e superando le tradizionali separatezze e conflittualità tra un nodo e l’altro della filiera”, spiega Casùla, che nella vita è una redattrice editoriale “e in Lìberos porto le istanze delle case editrici. Al progetto compartecipano editori, librai di catena e librai indipendenti, biblioteche, associazioni culturali, agenti letterari, scrittori. Il discrimine unico per poter essere soci del progetto è di tipo etico. Ad esempio non accettiamo in nessun modo editori a pagamento, ma neanche librai o biblioteche che promuovano tale tipo di editoria. La nostra posizione in merito è netta: l’editore a pagamento scarica i suoi costi sull’autore e come tale non è un imprenditore editoriale, ma uno stampatore a servizio. Tramite il progetto Lìberos, dimostreremo anche ai librai che è possibile portare in Sardegna grandi autori nazionali e internazionali tramite la cooperazione fra i vari anelli”, continua Casula. “Tanto è vero che fra i prossimi che ospiteremo nell’isola ci sono autori come Daria Bignardi, Loreadana Lipperini, che porteremo presto in tourneè nell’isola, in quelle che abbiamo chiamato le gite “A piede Lìberos”. Autori, insomma, che difficilmente darebbero ascolto a un libraio isolato nella provincia dell’entroterra sardo, “mentre invece con questo tipo di cooperazione, arrivano anche lì”. E in questo modo, l’isola stessa si apre maggiormente alla cultura internazionale oltre che del continente “perché a noi interessa ciò che è interessa ai lettori. Con questo stesso spirito partecipiamo, ad esempio, al progetto “In Vitro” del Cepell, per la promozione della lettura nella primissima infanzia, progetto che prevede una prima sperimentazione in 7 province d’Italia tra cui Nuoro”.
Come saranno impiegati dunque, i 100mila euro del premio da Lìberos? “Per noi, come dicevo prima, sono il primo avvio indispensabile per un progetto che ovviamente punta ad autosostentarsi e a generare economia in proprio. Ma senz’altro la prima cosa che faremo è retribuire le figure professioanli che fino a oggi hanno lavorato su base volontaria e hanno permesso di arrivare a questo risultato. Costituiremo dunque una segreteria organizzativa che si occuperà della gestione del sito, Liberos.it, negli aspetti tecnici e nei suoi contenuti, e ovviamente daremo la precedenza a chi si è impegnato con noi finora su base volontaria, nonostante ci stiano già arrivando centinaia di curriculum”. Il sito è, in effetti, il collante del progetto, il punto di unificazione della comunità dei lettori che pure si muove molto in carne e ossa, nel proprio territorio. “Una parte del sito è dedicata agli operatori professionali, ma la grossa parte è costituita da un social network di lettori e da pagine di informazione culturale che mirano a fare le veci, con un approccio dissacrante e ironico, della pagina culturale oggi assente sui quotidiani locali”. Dunque giornalismo culturale, anche, “per dare informazioni su quanto di più stimolante, in campo culturale, può interessare gli abitanti della Sardegna, in maniera personalizzata, sulla base del profilo geografico e culturale che ogni lettore di Lìberos costruisce sul social network”. Idea anche questa replicabile e che, si prevede, presto troverà realizzazione anche in altre realtà italiane quali Puglia e Veneto, dove altre figure di spicco nel mondo del libro quali l’editore Peppe Laterza, inventore fra l’altro dei Presìdi del libro in Puglia, e il presidente dell’Associazione Librai Italiani Alberto Galla si stanno attivando per la costruzione di nuove “libere comunità dei lettori”.
Tags: Alberto Galla, Cepell, Daria Bignardi, Doppio zero, Francesca Casula, Libéros, Loredana Lipperini, Peppe Laterza, Premio Che fare, Sardegna, The Global Hamlet
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