Go set a Watchman, il romanzo inedito di Harper Lee ha già superato un milione di copie vendute negli USA
Il libro che ha bruciato i record di vendita più rapidamente nella storia dell’editoria USA: Go set a Watchman, il romanzo nel cassetto di Harper Lee scritto prima del celeberrimo “Il buio oltre la siepe” e messo in vendita il 14 luglio scorso da Harper Collins dopo mesi e mesi di battage pubblicitario ha già totalizzato 1,1 milioni di copie vendute negli Stati Uniti fra cartaceo, ebook e audiolibri.
Anche nel Regno Unito i numeri sono da capogiro: il libro ha venduto 105mila copie solo il primo giorno, 30mila delle quali nella catena Waterstones: meno di Harry Potter, come riporta il sito specializzato The Bookseller, ma il doppio rispetto a Dan Brown e 18mila copie in più rispetto a “Il seggio vacante”, il primo romanzo di J.K. Rowling post saga del maghetto. Anche Barnes&Noble, negli USA, ha segnato un record di vendite. Il libro è il più venduto finora nella catena di librerie, ha bruciato il precedente record de “Il simbolo perduto” di Dan Brown, che risaliva al 2009, e – cosa non trascurabile – ha dato una spinta incredibile anche al primo romanzo di Harper Lee Il buio oltre la siepe, che al momento è secondo nelle classifiche di vendita B&N. HarperCollins lo ha già stampato in 3,3 milioni di copie, contro i 2 milioni iniziali previsti.
Go set a Watchman – il titolo è una citazione biblica tratta da Isaia 21,6 ed è stato reso nell’edizione italiana, che uscirà per Feltrinelli il prossimo novembre, con la traduzione ufficiale dello stesso verso: Va’, metti una sentinella – non è, di fatto, come comunemente si dice, il sequel de Il buio oltre la siepe. Più correttamente si dovrebbe dire che è un romanzo con gli stessi personaggi de To kill a mockingbird ritratti in epoca diversa, con la protagonista Scout giovane donna e non bambina. Fu la prima versione di quello che divenne il “libro unico” di Harper Lee, capolavoro amato da generazioni e generazioni di americani e non solo; la bozza non fu ritenuta di sufficiente qualità e fu rifiutata dall’editor della Lee di allora, il quale però suggerì alla scrittrice di sviluppare una nuova storia a partire dal punto di vista di Scout bambina, mentre Watchman la vede giovane donna. Pubblicato nel 1960, Il buio oltre la siepe intercettò i cambiamenti che in quel momento avvenivano grazie al movimento per i diritti civili negli USA, vinse il Premio Pulitzer l’anno successivo e divenne immediatamente un classico; qualcuno insinuò che a scriverlo, in realtà, non fu mai la Lee bensì Truman Capote, che della giovane fu uno caro amico d’infanzia e adolescenza; in Italia ha venduto in circa 50 anni più di 1 milione di copie, negli USA più di 35 milioni di copie).
Ora che il romanzo è stato dato alle stampe, i primi commenti di lettori e critici sono divisi fra grande delusione e cocente entusiasmo, per le considerevoli differenze fra i due libri non soltanto nella caratterizzazione dei personaggi (nel libro che tutti conosciamo Atticus Finch è un avvocato integerrimo che salva un nero da un’ingiusta condanna, divenendo così un eroe schivo della giustizia; nel nuovo Watchman è un razzista sudista simpatizzante del Ku Klux Klan, cambiamento così traumatico che HarperCollins ha rilasciato un comunicato stampa per avvisare i lettori previamente, ed evitarne uno scoppio d’ira che forse avrebbe soffiato ulteriormente sul fuoco delle polemiche razziali vive più che mai nell’America del Sud di oggi), ma anche nello stile e nella scrittura. Il commento negativo più votato su Amazon afferma: “questo libro può essere d’interesse solo per gli scrittori e gli studenti di letteratura, perché mostra in che modo una brutta bozza possa essere trasformata fino a diventare un capolavoro (…) Ora capisco perché all’epoca non lo vollero pubblicare”. E persino il più votato fra i commenti positivi al libro ne riconosce la scarsa qualità letteraria, considerandolo più o meno alla stregua di un documento storico per nostalgici amanti dell’arte. Anche il New Yorker, d’altro canto, lo ha bocciato con un’articolata recensione nell’ultimo numero.
Per quasi 60 anni la prima bozza cestinata dall’editore aveva riposato in una cassetta di sicurezza, salvo poi essere trovata dall’avvocato di Harper Lee Tonja Carter durante un’ispezione autorizzata, poco meno di un anno fa. Alla notizia dell’imminente pubblicazione, a febbraio di quest’anno, alcuni hanno sollevato più di un dubbio sul fatto che si trattasse di un’operazione svolta all’insaputa della Lee, che alla soglia dei 90 anni vive, quasi cieca, in una casa di riposo della sua Monroeville, Alabama, dove si ritirò a vita privata immediatamente dopo aver scritto il romanzo, mostrando sempre poco amore verso la società letteraria o verso la vita dei famosi in generale. Lee ha pubblicamente dichiarato di aver acconsentito lei stessa all’operazione e di non essere stata raggirata, tuttavia i dubbi riguardo la dinamica dell’operazione non sono dissipati: stride di certo la coincidenza temporale fra la morte della sorella di Lee, Alice, suo avvocato e protettore da sempre e deceduta a 103 anni nel novembre 2014, e la comunicazione dell’imminente pubblicazione del misterioso nuovo tomo. La settimana scorsa l’avvocato attuale di Lee, Tonja Carter, presa di mira nei mesi scorsi dai diffidenti e premurosi fan della Lee, ha raccontato al Wall Street Journal la sua versione delle vicenda; peccato che il tono del suo racconto sia pericolosamente vicino a uno spot promozionale, visto che la Carter suggerisce, senza farsi mancare un certo pathos e alone di mistero, che potrebbe addirittura esserci un terzo romanzo della Lee nascosto fra le carte della cassetta di sicurezza.
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