Il futuro delle librerie. Enrico: “Spazi di lettura in digitale e cooperazione tra librai, superando le rigidità mentali”

Scritto da Redazione on . Postato in Librai, Librerie, Tecnologie

Il dibattito su presente e futuro delle librerie è più che mai attuale tra gli operatori del settore e non solo. Bibliocartina ospita oggi un intervento di Massimiliano Enrico, ” coach per autori e scrittori, consulente informatico specializzato in BPM (anche per case editrici) e game designer per case editrici specializzate e per il marketing aziendale; da sempre interessato al mondo dell’editoria in tutte le sue forme ed alle nuove tecnologie”.

La mia libreria è diversa di Massimiliano Enrico (max.enrico@gmail.com, o via skype lordmax10)

Entrando in libreria.

“Oggi c’è un sacco di gente. Vediamo dove metterci. A destra ci sono i divanetti del gruppo di discussione e la rastrelliera delle copertine. No, meglio di no che c’è sempre qualcuno che parla. A sinistra ci sono i tavoli con i pc e il banco bar. No, meglio sulle poltroncine in fondo che sono più tranquille”.

Seduto su una poltroncina. “Tiriamo fuori il lettore e vediamo cosa c’è di bello a disposizione”.

Si avvicina il gestore della libreria.

«Ciao, hai già provato i nuovi lettori? Mi sono arrivati solo l’altro ieri e sono veramente ottimi».

«No, non ancora, volevo prima trovare qualcosa di nuovo. Hai un consiglio?».

Il gestore si siede sulla poltroncina di fianco.

«Sicuramente. Ti sei già collegato?». Estrae il suo tablet e apre la pagina di gestione degli utenti.

«Sì, certo Vorrei un paio di bei romanzi, interessanti ma non troppo pesanti».

«Chiaro, una lettura intelligente ma non troppo impegnativa. Vedo che hai molti gialli, abbiamo titoli di autori nuovi appena usciti, piuttosto belli. Ti metto le anteprime nel tuo spazio personale. In questo periodo va molto lo steampunk, ti piace?».

«Non ne sono sicuro, me lo consigli».

«Ho un paio di titoli che potrebbero piacerti, uno è molto famoso, l’altro è di un italiano, molto bravo. Ti metto le anteprime e ti lascio scegliere con calma. Se hai bisogno chiama».

Il lettore con calma legge, sceglie e scarica sul suo lettore i libri desiderati pagandoli automaticamente.

Sembra fantascienza vero?

Non lo è affatto.

È ciò che dovrebbero essere le librerie oggi.

Non più la rincorsa all’ultimo bestseller da vendere con lo sconto maggiore possibile.

Non più inutile concorrenza alle librerie di catena che possono permettersi prezzi bassi ma non qualità.

Le librerie dovrebbero collaborare fra loro, creare dei gruppi di scambio delle idee e delle proposte, proporre le nuove tecnologie, fornire libri digitali da un catalogo immenso, slegarsi dal limite dello spazio che le taglia fuori dalla grande distribuzione e riprendersi il ruolo di curatori e consiglieri dei propri clienti.

Tutto quello che le librerie di catena non possono in alcun modo fare.

Le librerie dovrebbe diventare un luogo d’incontro, di lettura e di ampia libertà di scelta dove i lettori possono trovare un ambiente rilassato e partecipativo quasi come in biblioteca.

E iniziano a nascere, giusto un esempio per stimolare la fantasia, biblioteche completamente digitali.

Perché non potrebbero esserlo le librerie?

Solo per la rigidità mentale dei librai, ve lo garantisco.

[Vuoi rispondere a Enrico e proseguire il dibattito con un tuo intervento? Invia le tue riflessioni a redazione@bibliocartina.it, corredate da una brevissima presentazione e possibilmente – ma non è obbligatorio – una fotografia]

Tags: , , , ,

Trackback dal tuo sito.

Commenti (8)

  • lordmax

    |

    E dopo averlo riletto tre volte ora vedo due refusi dannaz…
    ^__^

    Rispondi

  • patrizio zurru

    |

    Il mio cliente è diverso.
    Adesso succede questo: il cliente entra, saluta, si toglie le cuffiette dalle orecchie e inizia a girare tra gli scaffali. Prende un libro da un ripiano, lo sfoglia, controlla il testo, la qualità della carta, l’impaginazione, la copertina, perfino il peso e la manegevolezza dell’oggetto. Poi continua il suo giro, cammina, osserva, apre, sfoglia, odora il libro. Chiede se si può sedere per consultarlo. Il libraio (io) gli chiede se gradisce prendere un caffè e magari parlare un po’ dei libri scelti, dei libri letti ultimamente e delle recensioni apparse in giro. Nel frattempo entra una signora, chiede dove sono le novità e il libraio stronzo e rigido mentalmente (sempre io) le risponde che qualsiasi libro che non ha letto lo può considerare una novità, perchè i libri non hanno scadenza, come i cibi, e non è obbligatorio farne arrivare sempre di nuovi se prima non si è almeno dato uno sguardo a quelli già presenti. La signora sorride e conviene col libraio rigido mentalmente e col cliente che mentre sorseggia il caffè coinvolge la signora nella discussione sui libri che lui sta sfogliando. Scoprono di avere alcuni gusti in comune, addirittura di essere andati a qualche presentazione dello stesso autore. Il libraio stronzo e mentalmente rigido li lascia conversare e va incontro allo scrittore che è passato a trovarlo, dopo qualche informazione sulle vendite del suo libro e sui suoi futuri progetti editoriali lo presenta ai due avventori che continuano a scoprire di avere tante cose in comune, non ultima la passione per i libri in carta, per i dischi in vinile e per le passeggite all’aria aperta. I due avventori conoscono lo scrittore di cui avevano sentito parlare solo attraverso recensioni o articoli su blog letterari. Lo scrittore si mette a parlare tranquillamente con loro, spontaneamente il tipo e la tipa chiedono al libraio se possono avere il libro dell’autore, e visto che ci sono chiedono all’autore se può suggerirgli qualche altro libro che lui ha letto e che gli è particolarmente piaciuto. Si inizia così un gioco che porta i due a scoprire quali libri hanno influenzato la scrittura del libro dell’autore presente, si inizia a scoprire che i libri non nascono da soli ma sono sempre figli di letture fatte avvicinate a eventi particolari della vita e/o della fantasia dello scrittore. Lo scrittore poi firma le copie del suo libro ai due clienti che sorridono soddisfatti per l’avventura giornaliera.
    Il libraio stronzo e mentalmente rigido poi fa un qualcosa che i clienti non si aspettavano: prende DUE LIBRI. UNO è Il Libraio, di Regis de Sa Moreira, Aisara edizioni, l’altro è L’Inconfondibile tristezza della torta al limone, di Aimee Bender, pubblicato da Minimumfax. Senza pensarci due volte strappa una pagina da ogni libro e la consegna ai due attoniti ospiti. Assaggiate un brano di questo libro, queste due pagine sembrano scritte apposta per voi. Loro, passato l’attimo di sbigottimento, le leggono, le ripiegano con cura e le mettono in busta assieme agli altri libri comprati.
    Due giorni dopo il libraio vede arrivare i clienti accompagnati da qualche amico/a che vogliono Assaggiare una pagina di quei libri, e poi li comprano.
    Il giorno che potrò fare a pezzi un e-reader per far assaggiare il brano di un libro, o che l’autore si fermerà per firmare un suo e-book il signor Enrico potrà venire a farmi visita.
    saluti dal libraio mentalmente rigido.

    Rispondi

  • Thomas - La Botia Noa

    |

    Sarà che sono un libraio novellino, sarà che probabilmente non riesco a superare una certa rigidità mentale (come dice M. Enrico), sarà che ho tutto da imparare nella gestione della mia libreria, sarà che di recente l’abbiamo ristrutturata senza avere l’intuizione di trasformarla in una libreria digitale, ma vorrei far notare a M. Enrico che la sua libreria ideale economicamente non sta in piedi, economicamente è insensata, economicamente è destinata al fallimento, visto che a oggi i fornitori di ebook offrono ai librai uno sconto del 10% e sugli ereader c’è un ricarico massimo del 20%. Diciamolo pure: il guadagno non basterebbe a pagare la bolletta internet ed elettricità. E sia chiaro che non sono un libraio che nega l’esistenza di ebook ed ereader.
    Sarà tutto questo e sarà molto altro, ma vorrei anche far notare a M. Enrico che in Italia esistono già librerie moderne, evolute e di qualità che stanno affrontando con idee innovative i cambiamenti in atto che. soprattutto, funzionino economicamente.

    P.S.: sul futuro delle librerie c’è una discussione seria e approfondita anche sul blog dell’editore Topipittori, alla quale abbiamo dato il nostro contributo. Per ora sono due puntate che trovate qui http://topipittori.blogspot.it/2013/01/riflessioni-margine-di-una-crisi-1.html e che trovate qui http://topipittori.blogspot.it/2013/01/riflessioni-margine-di-una-crisi-2-far.html

    Rispondi

  • tugnoli gian luca

    |

    … ma ha letto ultimamente un libro , il sig M. Enrico , oltre alle sue farneticazioni postmarketing … ?

    Rispondi

  • max Enrico

    |

    @Patrizio.
    Mi piace, hai scritto un sacco di cose belle, io non avevo abbastanza spazio.
    Vorrei farti però notare che quello che hai scritto è ESATTAMENTE la stessa cosa che ho scritto io con l’unica differenza della carta.
    Togli gli scaffali ed avrai posto per far sedere altre 6 o 7 persone invece di 2 soltanto e non c’è alcuna differenza.

    @Thomas
    Perché ora le librerie di quartiere stanno sopravvivendo alla grande vero?

    @Tugnoli
    Io leggevo in media una dozzina di libri l’anno (per svago non quelli necessari per lavoro ovviamente), ora con il lettore digitale ho aumentato il numero ad una ventina.
    Inoltre leggo articoli, riviste, blog e siti professionali.
    E li leggo tutti in digitale se posso perché sono più comodi, più maneggevoli, più trasportabili e più facili da leggere potendo aumentarne il corpo del testo a piacimento.

    Rispondi

  • Enrico Minimiliano

    |

    Game designer????
    Coach per autori e scrittori??????????????
    Ma vaff……..

    Rispondi

Lascia un commento