Mondadori cede al gruppo Bertelsmann tutte le quote di Random House Mondadori

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Mondadori, come riportano oggi alcune agenzie di stampa, ha firmato un contratto preliminare con il gruppo editoriale tedesco Bertelsmann per la cessione a quest’ultimo dell’intera partecipazione del gruppo milanese alla joint venture Random House Mondadori. La partecipazione è pari al 50% del capitale. Il valore complessivo della transazione secondo il comunicato dell’azienda è calcolato in 54,5 milioni di euro, “con un impatto positivo sul conto economico stimato nell’ordine di 2,8 milioni. L’accordo consente al gruppo Mondadori – continua il comunicato – un ulteriore consolidamento e focalizzazione di investimenti e risorse rispetto agli obiettivi già indicati in sede di approvazione del bilancio semestrale”. La joint venture Random House Mondadori si era costituita nel 2001 per operare nel settore trade libri in Spagna e in America Latina. Il fatturato nel 2011 è stato pari a 110,3 milioni di euro. Recentemente il gruppo Bertelsmann ha annunciato l’accordo di fusione con  il gruppo Pearson e la nascita di Penguin Random House, la casa editrice più grande del mondo.

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Giuliano Vigini: “L’editoria di libri sulla religione non è in crisi”. In base ai dati IPSOS, il 27,5% dei lettori italiani legge almeno un libro a carattere religioso l’anno.

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Il quotidiano cattolico Avvenire ha pubblicato ieri un articolo dello studioso Giuliano Vigini – esperto di Nuovo Testamento, esegeta di Sant’Agostino ma anche autore di importanti saggi sull’editoria italiana, tra cui “Storia dell’editoria italiana dall’Unità ad oggi” con Alberto Cadioli per Editrice Bibliografica –  in cui si riportano i dati di una ricerca a campione sull’editoria di libri sulla religione commissionata dall’UELCI (Unione editori e librai cattolici italiani) all’IPSOS. Dai dati risulta che legge almeno un libro religioso l’anno il 13,7% della popolazione italiana, ovvero circa 7 milioni di persone l’anno. Dati che se incrociati con quelli forniti dal CENSIS qualche giorno fa, significano che il 27,5% dei lettori italiani sceglie legge almeno un libro religioso l’anno. Il libro più letto è la Bibbia (nella foto la famosa Bibbia di Gutenberg), che risultava prediletta dal 46% del campione. A leggere più di 3 libri religiosi l’anno sono soprattutto gli ultra-sessantenni, dato che, sottolinea Vigini, non è in contraddizione con il mercato complessivo, visto che “anche per i libri in generale i grandi lettori hanno più di 60 anni”. Tra i giovani fra i 18 e i 30 anni legge almeno un libro religioso l’anno il 15,3% del campione. 

Per quanto riguarda il livello culturale dei lettori religiosi, la fascia più forte va ai laureati seguita subito dopo dalla fasce di persone con licenza elementare. E contrariamente a quanto di primo acchito si potrebbe ritenere, i lettori fedeli di altre religioni e i non credenti religiosi sono il 44,2% del campione, più numerosi dei lettori cattolici impegnati e praticanti che rappresentano il 43,1%. L’editoria a carattere religioso non coincide con le case editrici legate alla Chiesa o alle organizzazioni religiose, sono infatti sempre più numerosi i titoli religiosi prodotti da “editori laici”, come li chiama Vigini. La parte principale dell’editoria religiosa italiana – il 68,8% circa, su un totale di 7.363 titoli calcolati per il 2012 – si occupa di spiritualità, altre fasce riguardano la riflessione attorno a temi religiosi e la divulgazione religiosa.

Progetto TISP, l’AIE a Francoforte presenta una piattaforma di scambio fra editori e fornitori di tecnologia. “Apriamo la strada al libro intelligente”.

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A Francoforte in occasione della Buchmesse, la più grande tra le fiere del libro mondiali, l’Associazione Italiana Editori (AIE) presieduta da Marco Polillo (nella foto) ha presentato il progetto TISP, (Technology and Innovation for Smart Publishing), che “per la prima volta metterà a confronto costante industria editoriale e fornitori di tecnologia, creando una piattaforma che favorisca la collaborazione e le esperienze innovative per l’industria editoriale in uno scambio continuo tra i due settori”, come si dice nel comunicato dell’AIE.

Il progetto è rivolto a tutta l’editoria europea ed è un modo per scambiarsi informazioni e dati di mercato per quanto riguarda andamenti, innovazioni, sperimentazioni in merito alla conversione in digitale del libro, che l’AIE ha intitolato “nascita del libro intelligente”. Citando sempre dal comunicato AIE, “la partenza è prevista per gennaio 2013: durante un arco di 36 mesi il progetto coinvolgerà 25 partner di 12 paesi europei tra cui Anitec (membro fondatore di Confindustria Digitale italiana) e la sua federazione europea di riferimento (Digitaleurope Asbl), oltre alla Federazione Europea degli Editori, a diverse realtà nazionali di entrambi i settori, e alle tre fiere del libro più importanti del mondo (Buchmesse, London Book Fair e Fiera del libro per Ragazzi di Bologna). In concreto TISP intende promuovere l’innovazione di business nei due settori, attraverso la condivisione delle conoscenze e l’analisi delle tendenze del mercato ma soprattutto attraverso la messa in comune e lo scambio di esperienze di business che possano fornire idee e soluzioni per nuovi prodotti e servizi.” 

Il progetto è stato “selezionato con i massimi voti all’interno dell’ultimo bando del programma europeo ICT PSP, è attualmente in fase di negoziazione con la Commissione Europea“. 

Feltrinelli apre un nuovo canale televisivo e web, in collaborazione con La7

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ll gruppo Feltrinelli ha ufficialmente annunciato l’accordo per la creazione di una nuova società insieme con La7. L’accordo annunciato già l’estate scorsa e oggi confermato prevede la creazione di un nuovo canale multimediale previsto per la prossima primavera e che andrà in onda su digitale terrestre, internet e web. Si tratterà secondo quanto comunica la società, di un canale di intrattenimento e approfondimento, diretto a un pubblico culturalmente vivace e attivo. Amministratore delegato della nuova società sarà Gianluca Paladini ex presidente di Digicast (gruppo Rcs), mentre Gad Lerner presiederà il comitato editoriale. Prs sarà la concessionaria incaricata della raccolta pubblicitaria. Sia il presidente Carlo Feltrinelli sia Giovanni Stella presidente di La7 hanno commentato l’accordo come un passo obbligato verso l’innovazione e la sperimentazione di nuove forme d’intrattenimento. La novità rappresentata dall’ingresso di un gigante italiano dei libri nella comunicazione multimediale non può non far pensare quanto dichiarato ieri a Bibliocartina da Massimiliano Valerii del CENSIS:La lettura dei libri è in crisi verticale e tra i consumi mediatici sopravvive solo ciò che è capace di integrarsi con la rete”. 

Google, accordo con gli editori americani per la pubblicazione in digitale delle opere fuori stampa. “Ma l’infrazione del diritto d’autore rimane”, e la class action degli autori americani contro il colosso di Mountain View va avanti

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Google e l’Association of American Publishers, l’associazione degli editori americani, hanno raggiunto un accordo amichevole per la pubblicazione in digitale sulla piattaforma Google Play delle opere fuori stampa ma tuttora coperte da diritto d’autore. L’accordo chiude una disputa lunga sette anni, iniziata quando Google avviò la cosiddetta digitalizzazione delle Biblioteche sul portale Google Books, includendo però in tale progetto anche opere editoriali fuori stampa ma coperte dal diritto d’autore, e quindi soggette a restrizioni nella pubblicazione. In realtà “la questione dell’infrazione al diritto d’autore da parte di Google non viene affatto risolta da questo accordo”, come ha afferma Paul Aiken, direttore dell’associazione Authors Guild che per anni ha affiancato gli editori nella causa contro Google. “A Mountain View (la sede di Google) si continua a far profitto senza versare un centesimo di diritti agli autori”. La class action intentata dagli autori per l’infrazione dei diritti d’autore da parte di Google va quindi avanti, mentre con gli editori l’accordo raggiunto prevede che saranno gli editori a scegliere se mantenere o meno sulla piattaforma le proprie opere fuori stampa e coperte dal diritto d’autore, e se sì, riceveranno una copia digitalizzata dell’opera a carico di Google che sarà in vendita tanto sulla nuova piattaforma Google Play, quanto sugli altri canali che gli stessi editori disporranno.

Per gli editori che hanno partecipato alla causa – McGraw-Hill, Pearson, il gruppo Penguin, John Wiley & Sons e Simon & Schuster – il vantaggio dell’accordo sta nella possibilità di ricevere gratuitamente il lavoro di digitalizzazione di opere fuori commercio che probabilmente non sarebbero mai divenute eBook se non fosse stato per Google. Per Google, si allarga invece il parco libri commercializzabili su Google Play e soprattutto, si ottiene accesso a quelle opere da una parte fuori commercio, e dall’altra coperte dai diritti. I libri compresi in questo accordo saranno disponibili per il 20% in anteprima su Google Play, e quindi messi in vendita.

L’accordo sostanzialmente non interviene, dal punto di vista legale, sull’infrazione da parte di Google del diritto d’autore, che è la questione che sta più a cuore agli autori. Certo è che se finora autori ed editori rappresentavano sostanzialmente uno stesso fronte della causa contro Google, oggi tale fronte appare più spaccato, e se gli editori dovessero far mancare il sostegno nel prosieguo della causa all’Authors Guild, dimostrare che Google ha sfruttato per anni opere coperte dal diritto d’autore senza versare un centesimo ai titolari del diritto potrebbe risultare più difficile per gli autori. Il tema è peraltro ulteriormente reso difficile dalla spinosa questione delle “opere orfane”, quelle opere coperte da diritto d’autore ma i cui titolari risultano irreperibili, nonostante tanto le case editrici quanto gli uffici pubblici (per esempio il Copyright Office statunitense, sorta di corrispettivo dell’italiana SIAE) dovrebbero occuparsi di tenere costantemente aggiornati i registri dei detentori di diritti d’autore.

L’editoria di ricerca in Italia è condannata a dipendere dai finanziamenti istituzionali? Intervista a Zandonai e Voland, le uniche due editrici italiane che riceveranno i fondi del Culture Programme (II parte)

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Pubblichiamo questa mattina la seconda parte dell’intervista agli editori Zandonai e Voland, dopo che nella prima parte, ieri, abbiamo dato notizia dell’ammissione delle due case editrici, le uniche in Italia, ai finanziamenti previsti dal Culture Programme dell’Unione Europea e intervistato Matteo Zadra di Zandonai sul progetto che grazie a questi finanziamenti, l’editrice porterà avanti per il 2013.

Culture Programme europeo, Zandonai Editore e Voland sono le due uniche editrici italiane che godranno dei finanziamenti 2012 (Parte I)

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Il ciclo annuale 2012 del Culture Programme di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi si chiuderà il prossimo 9 ottobre a Francoforte, con la premiazione dei 12 vincitori dello European Union prize for Literature, e vede, quest’anno, il finanziamento di 531 opere di narrativa selezionate fra le 1531 opere inviate alla Commissione da case editrici e associazioni culturali di tutta Europa e non solo.

Pendragon Edizioni: “Non accettiamo più stagisti”. “Basta vedere gli editori come gentaglia che sfrutta il lavoro altrui”.

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Oggi su Facebook, nella pagina dell’editrice bolognese Pendragon, è apparso un annuncio pubblico da parte della stessa editrice, nel quale si dice: “rendiamo pubblico che da un anno circa non accettiamo più stage e tirocini formativi, che abbiamo sempre gestito con l’Università di Bologna, con la Scuola Superiore di Studi Umanistici e altre istituzioni di massimo prestigio.”

USA: cartello ebook, il giudice approva l’accordo con gli editori ma scatena polemiche. “L’accordo favorisce Amazon”, proprio all’indomani della presentazione del Kindle Fire.

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L’accordo di rimborso ai consumatori per un valore di 69 milioni di dollari, sottoscritto dagli editori Hachette Book Group, HarperCollins e Simon & Schuster negli Stati Uniti in merito all’indagine antitrust del Dipartimento di Giustizia USA sui prezzi degli ebook  è stato approvato ieri da un giudice federale. L’indagine, com’è noto, verteva su una violazione delle leggi sulla concorrenza da parte di Apple e cinque gruppi editoriali operativi in USA (un’indagine simile. per lo stesso tipo di accordo commerciale ritenuto illecito, è tuttora in corso anche in Europa). Come riportano i principali quotidiani americani la decisione di Denise Cote, giudice del tribunale distrettuale di Manhattan, stabilisce che i tre editori  mettano fine a qualunque accordo commerciale in essere con Apple sul prezzo degli ebook, e a qualsiasi accordo con i rivenditori di ebook che limiti la possibilità del rivenditore di applicare sconti sul prezzo del libro, e che debbano inoltre porre fine a clausole di favore in base alle quali si stabilisce che ad altri rivenditori non sarà consentito vendere gli stessi ebook a un prezzo inferiore. Tali decisioni saranno valide per un periodo di due anni.

La decisione del giudice ha scatenato i malumori non soltanto di Apple, che sperava in una risoluzione più lenta della controversia – Apple e gli altri due editori accusati di cartello, Penguin Group e MacMillan, non hanno sottoscritto accordi e si confronteranno dunque in processo con il Dipartimento di Giustizia americano; la data è il 3 giugno prossimo, dunque fino a quel giorno l’accordo commerciale con Penguin e MacMillan rimarrà in essere – ma anche i principali rappresentanti delle librerie indipendenti americane. Il marchio Barnes & Noble e l’American Booksellers Association hanno immediatamente presentato una protesta contro la decisione, vedono infatti, nel divieto assoluto fatto agli editori di fissare anche in parte il prezzo del libro, un enorme favore al colosso delle vendite di ebook online Amazon, una realtà commerciale tanto enorme da poter praticare sconti sul libro impensabili per la concorrenza. Molti commentatori hanno fra l’altro visto una curiosa coincidenza fra la decisione del giudice e il lancio, giovedì scorso, dei nuovi tablet di Amazon Kindle Fire, considerati da molti una seria minaccia all’egemonia dell’iPad sul mercato delle tavolette elettroniche.

Negli Stati Uniti le librerie indipendenti possiedono una fetta di mercato degli ebook non esigua, visto che Barnes&Noble detiene circa il 25% del mercato e l’American Booksellers Association ha da poco firmato un vantaggioso accordo con Kobo per la vendita di ebook. Gli sconti sono tuttavia una pratica commerciale che solo un megastore online generalista come Amazon può permettersi, essendo un colosso unico che non ha bisogno di curare la salute di ogni singolo venditore o socio indipendente, e può permettersi di applicare pesanti sconti su un prodotto come leva di marketing per promuovere l’acquisto di un altro. E molti ritengono che proprio questo avverrà a breve, con il Kindle Fire.

Antitrust: Federico Motta Editore multato per 140mila euro

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[Aggiornamento: Accogliendo il ricorso presentato dalla casa editrice, nel 2013 il TAR del Lazio ha riconosciuto la piena correttezza e trasparenza dell’operato di Federico Motta Editore nel promuovere presso le famiglie i propri prodotti così come nel rispettare il libero esercizio del diritto di recesso da parte dei propri clienti (sentenza depositata il 15/10/2013). Il TAR ha invece confermato la responsabilità nel non avere adeguatamente controllato e, dove necessario, tempestivamente sanzionato i comportamenti di determinati componenti della rete commerciale. Ha ridotto perciò alla metà la corrispondente sanzione, in considerazione dell’esiguità del fenomeno rispetto al complesso dell’attività aziendale e viste le misure correttive adottate dall’azienda.]

Di seguito si riporta la vicenda del 2012:

Due multe per un totale di 140mila euro in sanzioni per Federico Motta Editore, condannato al pagamento di una penale per ‘pratiche commerciali scorrette’ dall’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato.

Borsa: boom per RCS, a Piazza Affari è la settimana dell’editoria

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Strani movimenti in borsa per i titoli editoriali, in particolare per i titoli RCS Media Group, il gruppo editoriale internazionale di cui in Italia fanno parte Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, e le case editrici Rizzoli e Fabbri. Come riporta il quotidiano Piazza Affari, dalla scorsa settimana a oggi la quotazione del titolo in borsa è cresciuta del 156% circa, e venerdì scorso la chiusura in borsa era positiva del 20%. I motivi di uno spurt del genere risiedono nelle voci circa una prossima “ripatrimonializzazione della società”, afferma il quotidiano, e quindi futuri cambiamenti nel profilo azionario del gruppo. Per il momento, in calendario c’è un’assemblea dei soci convocata per il prossimo 16 ottobre. RCS Media Group, uno dei gruppi editoriali più importanti oggi esistenti sul suolo italiano, è attualmente in situazione di indebitamento per risolvere la quale si paventa, appunto, un’imminente aumento del capitale societario di 400 milioni di euro. Probabile anche la futura cessione di ulteriori asset dopo quella recente di Flammarion alla francese Gallimard.

La crescita netta di RCS a Piazza Affari sta trascinando anche gli altri titoli del comparto editoriale italiano. Ottime, infatti, le ultime performance di Mondadori e L’Espresso, in crescita del 12,73% a 1,24 euro e del 5,21% a 0,879 euro, rispettivamente. Crescita, più modesta, anche per Il Sole 24 Ore.