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Libreriauniversitaria.it apre i Digital Bookstore, una catena di librerie dal vivo nelle principali città universitarie italiane a cominciare da Padova

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Rendere le librerie delle specie di “internet point” del libro, questo il senso della nuova iniziativa imprenditoriale di Libreriauniversitaria.it, il sito di vendita online di libri da sempre attento alle esigenze degli studenti universitari che nei giorni scorsi ha aperto il suo primo punto vendita dal vivo a Padova, la città dove l’impresa è nata nel 2000. Quello di Padova è il primo di una catena di nuovi punti vendita, detti Digital Bookstore, che l’azienda si propone di aprire di qui a 2 anni (20 locali l’obiettivo) nelle principali città universitarie italiane.

La libreria sarà un “punto d’appoggio”, come recita il comunicato dell’azienda, per il ritiro dal vivo e per l’acquisto online dei libri tramite le postazioni informatiche, ma darà agli studenti anche la possibilità di consegnare i propri libri usati, scolastici e accademici, e usufruire in cambio di buoni per l’acquisto di nuovi volumi. Attualmente il negozio online conta, secondo i dati divulgati dall’azienda, 1,5 milioni di clienti e più di 12 milioni di titoli disponibili.

Un caso di libreria indipendente, dunque, che da internet decide di scendere per strada e aprirsi al pubblico reale che va, per esempio, in senso opposto all’iniziativa presa qualche mese fa da una libreria storica come la Croci di Varese che aveva invece deciso di chiudere il negozio per dedicarsi alla sola vendita online. La scommessa, come ha affermato l’amministratore delegato di Libreriauniversitaria.it Luca Ometto, starà nell’offrire servizi aggiuntivi alla clientela creando così un punto di aggregazione per lettori che vada oltre la semplice transazione commerciale.

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Arezzo: i lavoratori rilevano la libreria Edison a rischio chiusura e si trasformano in librai indipendenti. “L’alternativa era fra autogestire il nostro lavoro, oppure perderlo”.

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La libreria Edison non chiude ad Arezzo, ma diventa una libreria indipendente grazie all’intraprendenza dei sei lavoratori lì impiegati fin dal giorno di apertura nel 2006, e che di fronte alle difficoltà in cui versa la casa madre Edison hanno deciso di rilevarla costituendo una loro società, la Biblion Srl, da sabato 13 ottobre nuova titolare della libreria. “Tecnicamente ciò che abbiamo realizzato si chiama ‘affitto di ramo d’azienda’”, spiega a Bibliocartina Irene Interlandi, una dei sei soci che hanno rilevato il locale, “nella fattispecie il ramo d’azienza relativo alla libreria di Arezzo”. Le librerie della società Edison, dislocate in tutto il territorio toscano, sono attualmente in liquidazione e un certo scalpore ha suscitato la vicenda della libreria Edison di Firenze la cui chiusura è per il momento rimandata a fine anno. La soluzione individuata dai sei librai aretini rappresenta dunque un’anomalia originale che potrebbe, chissà, dare spunto ad altri in direzioni simili. “L’alternativa era prendere l’iniziativa oppure perdere il lavoro”, spiega Irene Interlandi. “Non abbiamo avuto bisogno di rifletterci più di tanto, ci siamo trovati subito d’accordo su quale fosse la miglior cosa da fare: trasformare il punto vendita di catena in una libreria autogestita e indipendente“. Da un punto di vista della professione quotidiana “non è cambiato granché, abbiamo forse una maggior libertà e autonomia di scelta rispetto a prima, ma tutto sommato nella nostra che è sempre stata una libreria generica, dalla metratura consistente, abbiamo sempre privilegiato la varietà e continueremo a farlo. Il nostro obiettivo è conservare la nostra clientela, che è affezionata e non ha mancato di dimostrarcelo anche in questo frangente, e rimanere un punto di riferimento culturale per questa città continuando a lavorare con la stessa convinzione di sempre”.

Può una maggiore imprenditorialità essere una soluzione per la crisi che tante librerie di catena (per esempio FNAC, assurta agli onori delle cronache recenti) stanno attraversando in questo periodo? L’iniziativa dei sei librai aretini apre l’interrogativo.

Londra: a ottobre la British Library si occupa delle donne scrittrici, editrici e libraie del Rinascimento italiano.

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La British Library londinese si occupa di editoria italiana, e ci riporta all’epoca del Rinascimento. Grazie al lavoro di Brian Richardson, professore di Lingua Italiana all’Università di Leeds,  le “Panizzi Lectures” (dedicate al nome del famoso bibliotecario italiano Antonio Panizzi, emiliano, che fu direttore nell’800 della biblioteca del British Museum), approfondiranno il tema del ruolo delle donne scrittrici e promotrici di cultura all’epoca del Rinascimento Italiano. Un ciclo di letture che può fornire elementi di conoscenza interessanti sulla storia della letteratura italiana, specie considerando che fatta eccezione per alcuni sintetici trafiletti in cui sono nominate ad esempio Gaspara Stampa (nell’immagine un suo ritratto) o Vittoria Colonna, nei libri di scuola che insegnano la storia della letteratura italiana del Rinascimento (e non solo) le donne sono in realtà del tutto assenti.

La prima conferenza avrà per titolo “La circolazione dei libri”, ed è prevista per oggi. Ci si chiederà: come facevano le donne a far circolare i propri testi nel corso del Rinascimento? Quali comunità, quali circuiti adoperavano le scrittrici dell’epoca? Che ruolo aveva il mecenatismo? Nel secondo appuntamento il prossimo 22 ottobre “Produrre e vendere libri”, ci si chiederà invece fino a che punto riuscivano le donne a partecipare della produzione libraria dell’epoca, del ruolo dei conventi come luoghi di scrittura e vendita dei libri, e del ruolo in questo senso di suore e laiche. Nell’ultimo appuntamento, infine, si parlerà dell’accesso ai libri e alla lettura da parte delle donne dell’epoca, dalla commissione di libri scritti su misura, alle forme di prestito, compravendita e dono che vigevano all’epoca.

Di Brian Richardson in Italia è stato tradotto da Anna Lovisolo e pubblicato da Sylvestre Bonnard nel 2004 il titolo Stampatori, autori e lettori nell’Italia del Rinascimento. Non ancora tradotto in italiano, invece, il volume del 2009 Manuscript Culture in Renaissance Italy. Attualmente Richardson sta curando un progetto di ricerca sull’intreccio fra cultura orale, manoscritto e stampa nell’Italia premoderna. 

La British Library ospita più di 150 milioni di libri con 3 milioni di nuovi arrivi l’anno e titoli con più di 3000 anni di vita, fra i quali la famosa Magna Carta inglese, quaderni di appunti di Leonardo da Vinci, la prima copia del Times e le bozze delle canzoni dei Beatles. Ogni giorno è frequentata da circa 16mila persone.

Giuliano Vigini: “L’editoria di libri sulla religione non è in crisi”. In base ai dati IPSOS, il 27,5% dei lettori italiani legge almeno un libro a carattere religioso l’anno.

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Il quotidiano cattolico Avvenire ha pubblicato ieri un articolo dello studioso Giuliano Vigini – esperto di Nuovo Testamento, esegeta di Sant’Agostino ma anche autore di importanti saggi sull’editoria italiana, tra cui “Storia dell’editoria italiana dall’Unità ad oggi” con Alberto Cadioli per Editrice Bibliografica –  in cui si riportano i dati di una ricerca a campione sull’editoria di libri sulla religione commissionata dall’UELCI (Unione editori e librai cattolici italiani) all’IPSOS. Dai dati risulta che legge almeno un libro religioso l’anno il 13,7% della popolazione italiana, ovvero circa 7 milioni di persone l’anno. Dati che se incrociati con quelli forniti dal CENSIS qualche giorno fa, significano che il 27,5% dei lettori italiani sceglie legge almeno un libro religioso l’anno. Il libro più letto è la Bibbia (nella foto la famosa Bibbia di Gutenberg), che risultava prediletta dal 46% del campione. A leggere più di 3 libri religiosi l’anno sono soprattutto gli ultra-sessantenni, dato che, sottolinea Vigini, non è in contraddizione con il mercato complessivo, visto che “anche per i libri in generale i grandi lettori hanno più di 60 anni”. Tra i giovani fra i 18 e i 30 anni legge almeno un libro religioso l’anno il 15,3% del campione. 

Per quanto riguarda il livello culturale dei lettori religiosi, la fascia più forte va ai laureati seguita subito dopo dalla fasce di persone con licenza elementare. E contrariamente a quanto di primo acchito si potrebbe ritenere, i lettori fedeli di altre religioni e i non credenti religiosi sono il 44,2% del campione, più numerosi dei lettori cattolici impegnati e praticanti che rappresentano il 43,1%. L’editoria a carattere religioso non coincide con le case editrici legate alla Chiesa o alle organizzazioni religiose, sono infatti sempre più numerosi i titoli religiosi prodotti da “editori laici”, come li chiama Vigini. La parte principale dell’editoria religiosa italiana – il 68,8% circa, su un totale di 7.363 titoli calcolati per il 2012 – si occupa di spiritualità, altre fasce riguardano la riflessione attorno a temi religiosi e la divulgazione religiosa.

Venezia, dal 12 al 14 ottobre si riuniscono gli amanti di Sherlock Holmes di tutto il mondo.

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L’associazione Uno studio in Holmes riunisce, dal 1987, tutti gli appassionati dei romanzi che vedono protagonista Sherlock Holmes, il più famoso personaggio nato dalla penna dello scrittore inglese Arthur Conan Doyle. Per chi fosse appassionato a sua volta dell’investigatore più famoso del mondo, dal 12 al 14 ottobre a Venezia è previsto il meeting annuale della società, intitolato quest’anno Sherlock & Shilock – The sleuths of Venice: Sherlock Holmes si incontra virtualmente con lo shakespeariano Shilock de “Il mercante di Venezia”.

Che cosa fa una società sherlockiana? Studio Holmes, che riunisce in Italia circa un centinaio di appassionati, è intanto una delle associazioni di appassionati del grande investigatore più riconosciuta al mondo, come si legge nel sito, “affiliata (Scion Society) dei Baker Street Irregulars americani”. E ciò che fa è, come ha detto a Bibliocartina il presidente dell’associazione Roberto Vianello, è “occuparci seriamente di cose “deliziosamente inutili”. Ci dedichiamo principalmente a quello che chiamiamo “Il grande gioco”, cioè ritenere Sherlock Holmes un personaggio realmente esistito, le cui avventure siano state realmente scritte dal Dott. John H. Watson”. L’associazione organizza convegni di caratura internazionale legati alla figura di Sherlock Holmes e all’opera di Arthur Conan Doyle, che “ci piace considerare come l’agente letterario del dottor Watson”. I membri dell’associazione hanno anche curato la traduzione di svariate opere, testi apocrifi e saggi legati a Sherlock Holmes, tra cui “Sir Arthur Conan Doyle – Viaggio in Italia” edito da Bobi Bazlen (copertina nella foto). 

 

 Il libro a cura di Gianluca Salvatori, Enrico Solito, Roberto Vianello, sarà presentato a Venezia e presenta immagini dagli album della collezione Sveum, in cui un gruppo di studiosi italiani e inglesi (Philip Weller, Enrico Solito, Stefano Guerra, Ivo Lombardo) racconta il viaggio che portò l’autore inglese in Italia ai primi del novecento.

Il Convegno di quest’anno cade anche nel XXV anniversario della nascita dell’associazione italiana, un evento che sarà festeggiato insieme con oltre 200 appassionati provenienti da Usa, Inghilterra, Canada, Australia, Giappone, Svizzera, Spagna, Francia. 

Progetto TISP, l’AIE a Francoforte presenta una piattaforma di scambio fra editori e fornitori di tecnologia. “Apriamo la strada al libro intelligente”.

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A Francoforte in occasione della Buchmesse, la più grande tra le fiere del libro mondiali, l’Associazione Italiana Editori (AIE) presieduta da Marco Polillo (nella foto) ha presentato il progetto TISP, (Technology and Innovation for Smart Publishing), che “per la prima volta metterà a confronto costante industria editoriale e fornitori di tecnologia, creando una piattaforma che favorisca la collaborazione e le esperienze innovative per l’industria editoriale in uno scambio continuo tra i due settori”, come si dice nel comunicato dell’AIE.

Il progetto è rivolto a tutta l’editoria europea ed è un modo per scambiarsi informazioni e dati di mercato per quanto riguarda andamenti, innovazioni, sperimentazioni in merito alla conversione in digitale del libro, che l’AIE ha intitolato “nascita del libro intelligente”. Citando sempre dal comunicato AIE, “la partenza è prevista per gennaio 2013: durante un arco di 36 mesi il progetto coinvolgerà 25 partner di 12 paesi europei tra cui Anitec (membro fondatore di Confindustria Digitale italiana) e la sua federazione europea di riferimento (Digitaleurope Asbl), oltre alla Federazione Europea degli Editori, a diverse realtà nazionali di entrambi i settori, e alle tre fiere del libro più importanti del mondo (Buchmesse, London Book Fair e Fiera del libro per Ragazzi di Bologna). In concreto TISP intende promuovere l’innovazione di business nei due settori, attraverso la condivisione delle conoscenze e l’analisi delle tendenze del mercato ma soprattutto attraverso la messa in comune e lo scambio di esperienze di business che possano fornire idee e soluzioni per nuovi prodotti e servizi.” 

Il progetto è stato “selezionato con i massimi voti all’interno dell’ultimo bando del programma europeo ICT PSP, è attualmente in fase di negoziazione con la Commissione Europea“. 

European Union prize for Literature, vince anche l’italiano Emanuele Trevi

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Anche l’autore italiano Emanuele Trevi fra i vincitori dello European Union prize for Literature annunciati ieri a Francoforte in occasione della Buchmesse, la più importante al mondo fra le fiere del libro. L’autore romano è stato premiato insieme agli altri vincitori Anna Kim (Austria), Lada Žigo (Croazia), Laurence Plazenet (Francia), Viktor Horváth (Ungheria), Kevin Barry (Irlanda), Giedra Radvilaviciute (Lituania), Gunstein Bakke (Norvegia), Piotr Pazinski (Polonia), Afonso Cruz (Portogallo), Jana Benová (Slovacchia) e Sara Mannheimer (Svezia). I vincitori ottengono, oltre a premi in denaro, una priorità di accesso al Culture Programme, il programma che finanzia la traduzione di opere in tutto il territorio europeo. 

Emanuele Trevi si è di recente classificato secondo al Premio Strega con il romanzo Qualcosa di scritto pubblicato da Ponte alle Grazie.

FNAC: sindacati, “l’Italia è esclusa dal piano d’impresa. L’intenzione è vendere entro fine 2012”

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FNAC si scorpora dal PPR Group per proseguire autonomamente il piano d’impresa 2011-2015, che prevede una crescita degli investimenti. Non in Italia però, dove in un comunicato unitario firmato dai sindacati Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltucs Uil si dichiara di aver avuto “una conferenza telefonica con la Fnac in particolare con Christophe Deshayes che ci ha aggiornati sulle decisioni prese rispetto all’assetto del gruppo e che verranno da loro comunicate con lettera a tutti i /le collaboratori/trici”. Per l’Italia, prosegue il comunicato dei sindacati, “è confermata la decisione di vendita con i tempi già definiti (entro fine 2012) e nonostante le nostre insistenze, legittimate dalla forte preoccupazione per il futuro delle/dei 600 lavoratrici/tori non ci è stato detto nulla in più se non il solito impegno di rivederci a novembre.”

Il comunicato termina annunciando che prosegue “la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, il coinvolgimento nelle realtà territoriali degli assessorati e la sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica. Attendiamo la convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.”

FNAC: Consiglio di amministrazione PPR Group, “la società sarà scissa dal PPR e si costituirà in autonomia attraverso la quotazione in borsa”. Nessun riferimento specifico all’Italia né ad altri paesi.

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FNAC diventerà società autonoma scorporata dal Gruppo PPR e quotata in borsa, le azioni della società saranno distribuite agli attuali azionisti del gruppo PPR ma la nuova società si costituirà in piena autonomia. Questo in sintesi il senso del comunicato emesso dal PPR Group dopo il Consiglio d’amministrazione odierno. La società ha adottato unanimemente “il principio del merger and flotation” per FNAC, e che gli obiettivi di crescita dell’azienda fissati l’anno scorso da PPR con il piano “FNAC 2015” potranno comunque essere raggiunti nella massima autonomia societaria, permettendo al contempo al PPR di concentrarsi sui suoi due rami principali, Luxury e Sports & Lifestyle. Il gruppo ha infatti ceduto numerosi altri marchi e nello stesso comunicato si annuncia che sono ancora in essere, e lo saranno per i prossimi mesi, iniziative per la cessione del marchio Redcasts.

L’Amministratore delegato di FNAC Alexandre Bompard ha comunque dichiarato che lo scorporo dal PPR Group è parte per FNAC di una strategia di crescita, e non di chiusura, e che i termini della scissione saranno comunque sottomessi alle organizzazioni dei lavoratori nei paesi in cui FNAC è presente, e la scissione e  la messa in vendita delle azioni non inizierà prima del 2013. Nel comunicato non si fa alcun riferimento specifico all’Italia né ad altri paesi.7

 

aggiornamento ore 22:55: la situazione specifica dell’Italia è stata da poco resa pubblica dai sindacati in un comunicato unitario. Qui la notizia.

Feltrinelli apre un nuovo canale televisivo e web, in collaborazione con La7

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ll gruppo Feltrinelli ha ufficialmente annunciato l’accordo per la creazione di una nuova società insieme con La7. L’accordo annunciato già l’estate scorsa e oggi confermato prevede la creazione di un nuovo canale multimediale previsto per la prossima primavera e che andrà in onda su digitale terrestre, internet e web. Si tratterà secondo quanto comunica la società, di un canale di intrattenimento e approfondimento, diretto a un pubblico culturalmente vivace e attivo. Amministratore delegato della nuova società sarà Gianluca Paladini ex presidente di Digicast (gruppo Rcs), mentre Gad Lerner presiederà il comitato editoriale. Prs sarà la concessionaria incaricata della raccolta pubblicitaria. Sia il presidente Carlo Feltrinelli sia Giovanni Stella presidente di La7 hanno commentato l’accordo come un passo obbligato verso l’innovazione e la sperimentazione di nuove forme d’intrattenimento. La novità rappresentata dall’ingresso di un gigante italiano dei libri nella comunicazione multimediale non può non far pensare quanto dichiarato ieri a Bibliocartina da Massimiliano Valerii del CENSIS:La lettura dei libri è in crisi verticale e tra i consumi mediatici sopravvive solo ciò che è capace di integrarsi con la rete”. 

Massimiliano Valerii (CENSIS): “eBook, solo lo 0,7% degli italiani ne legge più di 3 l’anno. La lettura dei libri è in crisi verticale, tra i consumi mediatici sopravvive solo ciò che è capace di integrarsi con la rete”

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Bibliocartina.it ha interpellato Massimiliano Valerii, Responsabile Comunicazione del CENSIS e Coordinatore del gruppo che ha curato l’inchiesta presentata qualche giorno fa a Roma sui consumi mediatici degli italiani, per approfondire un particolare sfuggito alla totalità dei giornali e siti che hanno dato la notizia: il numero di lettori di eBook in Italia negli ultimi cinque anni non solo non è cresciuto, ma è diminuito.

Firenze: la chiusura della libreria Edison slitta al 31 dicembre, per i lavoratori accordo per il reintegro in Feltrinelli. Al via la svendita dell’assortimento libri

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La chiusura della libreria Edison del centro di Firenze slitta di tre mesi ed è rimandata al 31 dicembre. Lo sfratto avrebbe dovuto diventare esecutivo il 1° ottobre scorso, come abbiamo scritto qualche giorno fa su Bibliocartina.it, ma in quella stessa data i rappresentanti delle parti in causa – Edison, il gruppo Effe.com/Feltrinelli proprietario dello stabile in cui attualmente opera Edison, e i rappresentanti dei lavoratori – riuniti insieme al vicesindaco della città hanno raggiunto un accordo che prevede l’apertura ancora fino al 31 dicembre. Per i prossimi tre mesi Edison potrà utilizzare i locali del gruppo a titolo gratuito, allo scopo di permettere la svendita dei libri. Il gruppo Edison ha infatti annunciato la liquidazione, con conseguente, imminente chiusura di tutte le librerie del gruppo.

Il compenso dei 38 lavoratori del punto vendita di Piazza della Repubblica sarà dunque ricavato dal risparmio ottenuto dal mancato pagamento del canone d’affitto del locale, dalla svendita dei libri e dal reintegro, a partire da gennaio dell’anno prossimo, dei lavoratori eventualmente ancora disponibili all’interno del Gruppo Feltrinelli, altro punto dell’accordo ottenuto nei giorni scorsi in merito al quale, tuttavia, i dipendenti sostengono di non aver ricevuto alcun tipo di comunicazione da parte di Feltrinelli. Il Comune di Firenze si è assunto l’impegno di vigilare sul rispetto del patto.