Speciale Più libri più liberi: giovanissimi in fiera per imparare a scrivere. “Ci piace più scrivere che leggere”

Scritto da Redazione on . Postato in Eventi, Fiere e rassegne, Formazione, In evidenza, News

La fiera della piccola e media editoria ha aperto ieri i battenti al Palazzo dei Congressi di Roma, nel quartiere EUR. In una cornice ricca di libri e ancora piuttosto tiepida di visitatori, non sono mancate le scolaresche in visita, grazie anche al programma Ragazzi volto a coinvolgere i lettori delle più giovani generazioni. Bibliocartina ha dialogato con la classe II D del liceo scientifico Pacinotti di Cagliari, accompagnata dall’insegnante di lettere Giulia Sanseverino. Gli studenti del Pacinotti, ci hanno spiegato, partecipano a “Un anno stregato” – costola giovanile del premio Strega nato proprio in casa Bellonci nel 1947 – un progetto articolato di invito alla lettura che vede gli studenti coinvolti nella creazione di una rivista culturale online, Terza pagina, e nella creazione di un libro a partire dall’idea di “Facciamo un libro”, nato “per avvicinare ai mestieri dell’editoria e creare attorno ai libri una curiosità e un interesse che potranno diventare un giorno passione e professione”. “Facciamo un libro” è anche un concorso letterario dedicato al tema dell’amore. Gli studenti di classi delle superiori di Cagliari, Benevento e Roma – spiega l’insegnante Sanseverino – scriveranno un racconto a tema e i 15 racconti migliori saranno pubblicati. A Più libri più liberi Francesco, Francesca, Octavian e gli altri studenti della II D sono dunque venuti per ascoltare la scrittrice Chiara Gamberale “raccontare come ha iniziato la sua carriera e prendere ispirazione. Anche lei ha iniziato da bambina a scrivere, ci ha raccontato di essere stata molto precoce e di avere sempre scritto per passione”, raccontano gli studenti. “Ci ha raccomandato di scrivere sempre per passione, e solo secondariamente per lavoro, di non offendersi mai davanti alle critiche e di prenderle come spunti per migliorare”.

Il percorso di “Un anno stregato”, prosegue poi la spiegazione, si sta svolgendo per questi ragazzi anche tramite “esercizi di scrittura creativa, visione di opere d’arte, ascolti musicali”. Ma la lettura, chiediamo? “Sì, abbiamo letto anche tanti romanzi e racconti. Aldo Nove, Alessandro D’Avenia, Niccolò Ammaniti, “Italo Calvino e Luigi Pirandello per imparare l’uso delle metafore e dello stile”. “Ci piace più scrivere che leggere però”. E infatti solo una studentessa, di tutta la classe, ha comprato due libri. Giulia ce li mostra, ha scelto “Il petalo giallo” di Boris Pahor (Zandonai Editore, traduzione dallo sloveno di Diomira Fabjan Bajc), “perché parla dei campi di concentramento”, e “Cristo fra i muratori” di Pietro Di Donato, autore americano di origini abruzzesi (edito da Textus nella traduzione di Sara Camplese), “che racconta – spiega – la vita dei minatori”.

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Commenti (4)

  • Camila

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    ” Ci piace più scrivere che leggere” come si può scrivere se non si legge?
    Sono una studentessa del Liceo Pacinotti di Cagliari ed ero presente all’intervista.
    le do ragione,è sconcertante che una scolaresca di 15 studenti abbia acquistato solo due libri, non l’avremmo fatto se non avessimo avuto difficoltà con la compagnia e con il peso ridotto dei bagagli.
    Penso non sia corretto accusare un’intera generazione di giovani. Leggere è la miglior lezione di vita.
    E sono i grandi maestri e le loro opere ad insegnarci a scrivere.
    La tecnologia ci allontana dai libri, ma noi ad ogni modo li preserviamo.
    Ho deciso di scrivere questo commento vista la mia “interpretazione” e farle sapere che si riesce ad apprezzare lo scrivere quando si ha imparato a legge .

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    • Redazione

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      Cara Camila, grazie mille per questo tuo commento. Se leggi con attenzione l’articolo vedrai che non abbiamo espresso alcun giudizio di merito, non è nel nostro stile, e non eravamo lì per quello. Ci siamo limitati a riportare l’autenticità dei fatti, senza accusare nessuno, tantomeno “un’intera generazione di giovani” ;-) Speriamo sarai d’accordo sul fatto che non ci sono giudizi di nessun tipo nel testo. D’altra parte, per certi versi, la diatriba fra “ti piace più leggere o più scrivere” non riguarda certamente solo i giovani. Quanti scrittori ci saranno in giro, su internet e nel mondo, che leggono meno di 1 libro l’anno? La sensazione è che siano molti… Quindi non facciamone un problema di generazioni. Grazie infine per il resto delle tue considerazioni molto interessanti, in particolare, se ti fa piacere, sarebbe interessante se volessi approfondire una cosa che hai detto: “La tecnologia ci allontana dai libri, ma noi ad ogni modo li preserviamo”. Sarebbe davvero utile per molti lettori comprendere meglio questo punto di vista.

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