Firenze, sulla Libreria Edison il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di Effe.com: niente vincolo culturale sui locali

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Il Consiglio di Stato si è espresso contro il vincolo culturale “ad edificium” sui locali del centro storico a Firenze dando di fatto ragione a Effe.com, la holding Feltrinelli proprietaria dei locali dell’ex Libreria Edison di Piazza Repubblica a Firenze, che non ha finora potuto darli in affitto a imprese di carattere interamente commerciale – Apple aveva manifestato il suo interesse, salvo poi dover rinunciare – proprio per via del vincolo. La notizia è stata accolta con sconcerto dai 36 lavoratori dell’ex Edison in cassa integrazione da fine 2012, che confidavano nel vincolo come strumento di pressione per convincere Effe.com ad affittare gli spazi a un’altra libreria. Una cordata di imprenditori fiorentini si era peraltro recentemente offerta di rilevare la gestione del locale per adibirlo a nuova libreria coinvolgendo nuovamente i librai Edison, tanto che l’imprenditore Mario Curia aveva recentemente annunciato che durante l’estate essi avrebbero lavorato in una libreria-gazebo allestita in piazza, di fronte ai vecchi locali.

Il Consiglio di Stato, come riporta il quotidiano Corriere Fiorentino, non ha espresso parere negativo contro le normative urbanistiche sui vincoli culturali ‘tout court’, ma contro l’applicazione di esse per singoli edifici, pronunciandosi invece favorevole a un vincolo culturale per zone o per quartieri. L’amministrazione comunale ha dichiarato che i margini di manovra per imporre un vincolo di tipo culturale e una pianificazione urbanistica degli spazi del centro sono tuttora in mano al Comune, dunque che saranno studiate soluzioni alternative.

Nardella (PD): “Salvaguardare le librerie alla stregua di beni artistici e storici” – In direzione contraria a quella del Consiglio di Stato si è pronunciato l’ex vicesindaco di Firenze e oggi deputato del PD Dario Nardella, in un’intervista allo stesso Corriere Fiorentino. Nardella, uno dei più accesi sostenitori del vincolo culturale all’interno dell’amministrazione comunale di Firenze (in vigore dal 2004) ha sostenuto nell’intervista la volontà di introdurre, di concerto con il Ministro della Cultura Massimo Bray una norma, all’interno del codice dei Beni culturali, che vincoli non solo gli immobili ma anche le attività al loro interno, mettendo di fatto un caffè storico, una libreria o una bottega artigiana sullo stesso piano di un’opera d’arte da salvaguardare, previa mappatura ministeriale dei locali. Una soluzione che forse aiuterebbe per casi come quello Edison, nel quale più che la crisi dell’editoria è stata la speculazione e l’incapacità imprenditoriale a far perdere il lavoro a decine di persone, ma cambierebbe ben poco dal punto di vista delle librerie, antiche o moderne, in centro o in periferia, che chiudono perché non riescono a vendere abbastanza da sostentarsi.

Approfondimenti: qui potrete leggere tutte le nostre notizie e interviste sulla Libreria Edison. 

Il volto globale della speculazione che uccide le librerie: il caso Marcus Books a San Francisco, la libreria dell’orgoglio nero minacciata dagli speculatori immobiliari.

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